CLADODIO (dal gr. κλάδος "ramo" ed εἶδος "aspetto"; fr. cladode; sp. cladodio; ted. Kladod, Phylloilad, Flachspross; ingl. cladode)
Nome dato da Martius a quei fusti o loro rami che per insufficiente o mancato sviluppo delle foglie ne assumono la funzione e diventano verdi, sia mantenendo più o meno inalterata la forma caulina (Asparagus, Colletia), sia appiattendosi e diventando spatoliformi (Opuntia) o nastriformi (Muehlenbeckia), sia assumendo nei casi estremi la precisa forrma di lembi fogliari (Ruscus, Semele, Phyllanthus), nel qual ultimo caso è meglio, secondo il Goebel, dare ad essi la denominazione di "fillocladi" o di "cladofilli".
Che i cladodî, nonostante la loro analogia con le foglie perché 1ie hanno assunto la funzione, siano invece omologhi al fusto perché hanno comune con esso l'origine, risulta, oltre che dall'esame dei loro caratteri (posizione, struttura ecc.), anche dal fatto che con l'invecchiare, ingrossare e perdere il colore verde, possono riassumere gradatamente la tipica forma cilindrica come accade nelle vecchie piante di fico d'India (Opuntia).