CIVITAS VAZITANA
Località dell'Algeria che può essere identificata con l'odierno villaggio di Henshir Bez, nella regione collinosa a S di Orano. Nel 212 d. C. era ancora una città che si stendeva su una collina rotonda ai piedi del Gebel Bargar: sulla sommità era situato un santuario che dominava il vallone. Vi aveva sede un tempio consacrato al dio Mercurius Sobrius, così detto perché lacte non vino supplicabatur (Fest., p. 140, 240); fu costruito sotto Caracalla, tra il 211 ed il 212, da P. Ostorio Saturnino, sacerdote del dio, in occasione della sua promozione a flamen perpetuum, come ci dice una iscrizione.
Il tempio, con la facciata volta ad E, era di ordine Corinzio, prostilo tetrastilo e preceduto da un altare posto al centro di un'ampia corte quadrata. Tutta la costruzione era in bei blocchi calcarei grigio-rossastri: lo stilobate si prolunga in avanti tramite due piedistalli allungati che inquadrano una scalinata: il colonnato, identificabile perché sussistono le basi al loro posto, si componeva di quattro colonne sulla fronte e di altre due sul prolungamento dei muri laterali della cella. Nel mezzo della facciata si apriva la porta d'entrata formata da due pilastri e da un architrave monolito sul quale si svolgeva l'iscrizione dedicatoria.
L'interno, riccamente ornato, possedeva una statua di Mercurio, una maschera in oro dello stesso dio, candelabri e lampade.
Il muro di cinta della corte si apriva in avanti sulla facciata, secondo l'asse del tempio, tramite una porta monumentale di tipo molto raro in Africa e che richiama l'arco di Gordiano III a Henshir Mest. Il santuario deve esser stato abbandonato in seguito ad un terremoto: le sue rovine furono rispettate dai Bizantini.
Bibl.: C. I. L., VIII, 11999; 12004; 23759; R. Cagnat-P. Gauckler, Les monuments historiques de la Tunisie, Parigi 1898, p. 66.