POLADA, Civiltà di
Orizzonte culturale, così denominato dalla stazione palafitticola di P., che si delinea nella prima metà del II millennio "dal Veneto (laghi di Fimon e di Ledro) e dalla Lombardia orientale (Polada, Barche di Solferino, Cattaragna, Lavagnone, Bigarello, laghi d'Iseo e di Varese), fino in Emilia e Romagna (Tanaccia di Brisighella), probabilmente come risultato dell'influenza dei gruppi di Remedello (v.) su un fondo lagozziano (v. lagozza) locale.
Gli insediamenti, su palafitte con pali fissati direttamente sul fondo lacustre (Lago di Garda) o provviste, in zone paludose, di una piattaforma di bonifica a struttura lignea orizzontale (Basso Veronese), hanno fornito prove di un'economia mista in cui, accanto all'attività agricola (falcetti ad elementi silicei, macine, macinelli, resti di cereali, zappette in corno di cervo), si dovette sviluppare una particolare forma di pastorizia sedentaria; caccia e pesca (aghi da rete in osso, ami in rame e bronzo) costituivano risorse integrative. La ceramica, nerastra, monocroma, d'impasto piuttosto grossolano e sommariamente levigato, comprende fogge modellate senza cura particolare, a base piatta o tondeggiante, tra cui boccali, brocche, anfore, tazze biansate, vasi carenati, orci biconici; mentre alcune di queste sagome si ricollegano alla tradizione peculiare della civiltà della Lagozza, da tale tradizione si discosta la costante presenza delle anse, tra le quali tipica quella plasmata a gomito, spesso con sopraelevazioni aculeate, a bottoni, a cornetti o ad ascia. La decorazione, piuttosto rara, è generalmente costituita dall'incisione di linee parallele, denti di lupo, rombi, triangoli a doppia linea eseguita a punteggiatura, talvolta con incrostazione di sostanza bianca. L'industria litica produceva asce levigate, cuspidi di freccia ed un vario complesso di utensili tratti da lame o schegge silicee. Numerosi sono gli oggetti in legno, tra cui figurano piroghe, archi, recipienti, mestoli, manici, ganci, una rotella raggiata; similmente abbondante è la produzione di strumenti in osso e corno (pugnali, punteruoli, spatole, pettini). Il metallo veniva usato per la fabbricazione di spilloni, falcetti, pugnali, cuspidi, asce piatte o a bordi rialzati. Come ornamenti personali la gente di P. appare aver prediletto denti animali forati, pendagli in osso, caratteristici bottoni in osso perforati a V, lamelle ricavate da zanne di cinghiale e con fori alle estremità.
Bibl.: P. Lioy, Le abitazioni lacustri di Fimon, in Mem. Ist. Veneto, XIX, 1876; R. Munro, Les stations lacustres d'Europe, Parigi 1908; R. Battaglia, Intorno alle origini e all'età delle più antiche abitazioni lacustri dell'Alta Italia, in Riv. Antropol., XIX, 1916-17; P. Laviosa-Zambotti, La ceramica della Lagozza e la civiltà palafitticola italiana nei suoi rapporti con le civiltà mediterranee ed europee, in Bull. Paletn. Ital., III, 1939; id.,Civiltà palafitticola lombarda e civiltà di Golasecca, Como 1939; F. Zorzi, La palafitta di Barche di Solferino, in Bull. Paletn. Ital., IV, 1940; R. Battaglia, La palafitta del Lago di Ledro nel Trentino, in Mem. Mus. Civ. St. Nat. Ven. Triden., VII, 1943; F. Rittatore, Contributi di recenti ricerche paletnologiche in Italia: I, Ricerche nella Palafitta di Bande di Cavriana, in Origines, Como 1954; F. Zorzi, Le palafitte o terremare del Basso Veronese e il problema dei palafitticoli in genere, in Sibrium, II, 1955; W. Alzinger, in Österr. Jahreshefte, XLV, 1960, p. 24; G. A. Mansuelli-R. Scarani, L'Emilia prima dei Romani, Milano, 1961 passim; F. Zorzi, Cultura di Polada (Piccola Guida della Preistoria Italiana), Firenze 1962.