CAMPIGNANA, CIVILTA
. Il termine campignano (campignien), creato nel 1886 da Ph. Salmon, deriva dal nome di un villaggio della Francia, Campigny, nel comune di Blangy-sur-Bresle (Seine-Inf.), dove apparvero in maniera più caratteristicamente individuata i prodotti di quelle industrie protoneolitiche e neolitiche, che oggi sono indicate con tal nome. Queste industrie sono caratterizzate da un largo impiego di manufatti silicei e di quarzite, per lo più grossolani e lavorati a grandi scheggiature, con una tecnica che ricorda quella del Paleolitico più antico. Proprie della litotecnica campignana sono due speciali categorie di oggetti: i picchi (pics), dal taglio a contorno ovale, il quale ripete, secondo l'Aberg, la forma del tagliente delle accette di corno cervino; le asce o scalpelli trapezoidali, col taglio ottenuto mediante una larga scheggiatura trasversale (skivespalter, tranchets).
In Italia e in Francia lo studio del Campignano sollevò numerose controversie, sopratutto per ciò che riguarda l'età e la posizione etnologica di queste industrie. Il Campignano venne giudicato da alcuni una semplice facies della civiltà neolitica, da alri una cultura a sé. Consenso generale trovò l'idea che il Campignano caratterizzasse un'epoca (époque campignienne del Salmon), anteriore a quella delle accette verdi levigate e delle ceramiche neolitiche. Nell'Europa settentrionale queste ricerche ebbero maggior fortuna e permisero di assegnare a queste culture la loro precisa posizione nel quadro etnologico dell'Europa preistorica, e di stabilire i loro rapporti con le culture contemporanee. Lo studio stratigrafico dei terreni contenenti queste industrie permise di datare con sicurezza il materiale paletnologico in essi scoperto. Più conforme pertanto alla moderna concezione dei fenomeni culturali e del loro sviluppo è la proposta di riunire questi diversi gruppi culturali in un grande complesso, senza preoccuparsi della loro posizione cronologica, e denominarli "ciclo delle selci scheggiate", al quale corrisponde il miolithischer Faustkeilkulturkreis del Menghin.
Le culture delle selci scheggiate ebbero nel mondo preistorico una vasta distribuzione geografica, che si estende dalle Isole Britanniche all'Asia orientale e dalla Scandinavia al bacino del Congo. Nell'Europa occidentale e settentrionale le più antiche di esse appaiono nel Mesolitico durante il periodo dell'Ancylus; il loro massimo sviluppo si manifesta nel successivo periodo della Littorina. Queste culture andarono incontro ad evoluzioni e ad arresti di sviluppo indipendenti. Il Campignano francese segue per un certo tempo uno sviluppo analogo a quello nordico, poi, secondo l'Åberg, va incontro a un'evoluzione diversa e degenera. Dal Campignano della Polonia meridionale deriva, secondo il Kozłowski, la cultura iwanowiciana del Neolitico antico. In Italia il Campignano, con caratteri e sviluppi proprî, attraversa tutto il Neolitico e dà origine alle culture delle selci scheggiate del Veronese e del Gargano, assorbendo elementi delle civiltà neolitiche locali.
Il quadro etnologico dell'Europa neolitica risulta dunque costituito da due distinti complessi culturali: quello delle selci scheggiate, che risale al Mesolitico (o Miolitico superiore; v.), e quello delle accette di rocce verdi levigate, rappresentato dalle culture neolitiche propriamente dette, la cui apparizione in Europa segna l'inizio dell'età neolitlca.
L'origine delle culture campignane è ancora ignota, come quella delle culture neolitiche; l'ipotesi che esse derivassero da quelle del Paleolitico inferiore europeo non risulta appoggiata da nessun dato stratigrafico. Il Menghin ritiene che il ciclo delle selci scheggiate abbia avuto origine nell'Asia orientale (culture di Keo-Phay e di Bac-Son). In Europa il Campignano è stato importato con ogni probabilità da popolazioni straniere. Vanno segnalate in proposito le osservazioni del Menghin sulle analogie fra il Tumbiano primitivo del Congo e il Campignano antico europeo; ugualmente interessanti le affinità tra certi speciali tipi del Campignano veronese e quello del Fayyūm e dell'Egitto. Secondo certi autori il Campignano nordico deriverebbe invece da quello dell'Europa orientale o dell'Asia.
In Europa le culture di tipo campignano s'incontrano nei seguenti paesi: Scandinavia, Germania sett., Inghilterra sud-orientale, Irlanda, Belgio, Francia sett. e centrale fino alla Dordogna, Italia, Lituania, Volinia, Polonia merid. e Russia. Il Campignano antico è caratterizzato da una rozza industria di selci e di quarziti scheggiate: picchi, asce, scalpelli, raschiatoi, punteroli e pietre da getto. Dalle stazioni di Rullen-Haut e di Bremerschwend uscirono anche dei rozzi frammenti di ceramica. Al periodo della Littorina appartengono i køkkenmøddinger o affaldsdymger (avanzi di cucina o ammassi di rifiuti). Il Campignano danese è noto col nome di cultura di Ertebölle, dal nome della principale stazione esplorata. I manufatti più comuni di selce scheggiata sono: picchi, tranchets trapezoidali, raschiatoi, punteroli e lame; gli utensili di corno e di osso: zappette forate di corno cervino, punteroli, aghi, ami e pettini. Speciale importanza ha la scoperta, in queste stazioni, del bumerang (legno da getto). Al ciclo delle selci scheggiate appartengono anche le culture di Nöstvet (Norvegia), di Limhamn (Svezia) e di Larne (Irlanda), contemporanee a quella di Ertebölle. In Francia il Campignano dura più a lungo. Il villaggio di Campigny, in cui si vide a torto la stazione tipo del Campignano europeo, risale probabilmente a un periodo molto recente del Neolitico: la ceramica offre forse più analogie con quella dell'età del bronzo, che con quella neolitica; la fauna è rappresentata dal cervo, dal cavallo (che manca nelle stazioni neolitiche) e dal bove domestico. Al ciclo delle selci scheggiate appartiene anche l'Asturiano spagnolo.
Negli abitati campignani dei Monti Lessini (Verona), l'industria silicea risulta composta di picchi, tranchets, rozze amigdaloidi, cuspidi foliate, grossolane punte di freccia peduncolate, raschiatoi quadrangolari, ecc. A questo gruppo appartengono anche le famose selci di Breonio, ritenute false dai paletnologi francesi. La litotecnica veronese è molto trascurata; l'industria ossea è scarsa. Nella maggioranza dei casi le selci campignane sono associate a manufatti neolitici ed eneolitici; la ceramica è abbastanza rozza. La fauna selvatica è rappresentata dal cervo, dal capriolo, dal cinghiale; la domestica dal bove, dalla capra, dalla pecora, dal cane Il riparo sotto roccia delle Scalucce conteneva anche resti di cavallo. Nel Gargano la maggior parte del materiale campignano venne raccolta alla superficie, sicché non è possibile stabilire con sicurezza la cronologia. Soltanto in due località fu possibile raccoglierlo in posto (Macchia di Mare, Coppa Cardone); si tratta di due stazioni tardive, a fondi di capanne, riferibili con tutta probabilità al periodo eneolitico. Esse contenevano, tra l'altro, piccoli tranchets piatti e cuspidi ben lavorate, grandi lame, nuclei di selce e ceramica. Nei villaggi marchigiani dell'età del bronzo, le selci scheggiate, numerosissime, sono associate alla ceramica di tipo Latronico-Pertosa. Sono comuni le amigdaloidi, le cuspidi foliate e le grandi lame.
Le sepolture dei Campignani sono ancora mal conosciute. Nei køkkenmøddinger furono scoperti alcuni scheletri sepolti vicino ai focolari. Nel Veronese si conoscono i sepolcri, con ricco corredo funebre, del riparo sotto roccia di Molina; in un caso il defunto venne deposto nell'interno di un'arca di pietra. Due scheletri giacevano in un piccolo covolo del vaio di Campostrin. A Macchia di Mare (Gargano) venne scoperta una tomba a fossa. Scarse sono ancora le nostre cognizioni sulle istituzioni economiche e sociali dei Campignani. Nei periodi più antichi l'alimentazione delle tribù doveva essere basata quasi esclusivamente sui prodotti della caccia e della pesca. Gli Asturiani e gli abitanti delle coste baltiche fecero anche un enorme consumo di molluschi. A quanto sembra i Campignani danesi conoscevano l'orticoltura. Durante il Neolitico le tribù campignane, pur restando (come quelle delle prealpi veronesi) a un livello culturale inferiore a quello dei Neolitici, dovettero possedere animali domestici. Nelle Isole Britanniche, nel Belgio e in Francia furono scoperte miniere di selce sfruttate dai Campignani. Nei suoi recenti lavori il Menghin mise in rilievo i numerosi caratteri che il ciclo delle selci scheggiate ha in comune con quello delle culture matriarcali-esogamiche, il cui centro di sviluppo potrebbe ricercarsi in Australia. A questo ciclo andrebbero assegnate le culture di Keo-Phay e di Bac-Son dell'Indocina, il Tumbiano e il Gubaniano dell'Africa e il Campignano europeo.
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