ASTURIANA, CIVILTÀ
. È una fase della civiltà preistorica attribuita al finire dell'era quaternaria, segnalata sulle coste delle Asturie, giungendo fino a Biarritz, nei Bassi Pirenei, dove già il Cartailhac e il Breuil avevano studiato un'industria speciale che considerarono preneolitica. Erano famiglie conchiliofaghe che lasciarono grossi cumuli di gusci di conchiglie marine (concheros), come i famosi køkkenmøddingr danesi. Cotesti cumuli si formarono talora davanti la bocca di una caverna, ma non pare che questa fosse abitata, poiché il cumulo giungeva talora fino alla volta di essa, cementandosi col carbonato di calce e saldandosi alle stalattiti. Queste circostanze permettevano di riconoscere i rapporti del conchero con gli strati preistorici della caverna, ai quali il conchero era sovrapposto.
Industria. - Quasi esclusivamente consiste di uno strumento, picco, ricavato da m ciottolo di quarzite acuminato a un estremo con grosse scheggiature, generalmente estese solo su una faccia, col tallone bruto per poterlo maneggiare. Nonostante la sua semplicità, è diverso dagli amigdaloidi paleolitici, sia perché la faccia inferiore resta per gran parte bruta come il tallone, sia perché la punta, ben distinta, stretta, ottenuta con il distacco di lamelle strette verticali, non presenta ritocco ed è sbiecata in vetta. Altri ciottoli, circolari od ovali, con poche scheggiature, si adoperarono come raschiatoi e, come i picchi, si utilizzarono a distaccare dagli scogli le patelle. I picchi sono di piccola o di media grandezza. Rara l'industria ossea: si ha soltanto qualche punta e qualche "bastone perforato" ricavato da corna di cervo, con un solo foro ovale nel mezzo, analogo ai "bastoni di comando" della civiltà magdaléniana. Negli strati asturiani non si sono incontrati oggetti neolitici, né resti di animali domestici.
Fauna. - La fauna si presta ad alcune utili constatazioni. Le conchiglie mangiate sono principalmente: Patella vulgata, Trochus lineatus, Cardium edule, Ostrea edulis, più raro il mitilo, che abbonda invece in qualche conchero ritenuto più recente. Si deve osservare che nei depositi paleolitici della regione si trovano patelle e litorine di grandi dimensioni in confronto di quelle che vivono oggi. Noteremo che lo stesso è avvenuto nelle caverne delle coste sicule: la grande Patella ferruginea non abita più queste coste. Inoltre il De La Vega osservava la mancanza del Trochus negli strati paleolitici iberici. Per queste circostanze si considera l'Asturiano posteriore al Paleolitico, confermandosi con l'esame dei molluschi quanto risulta dall'analisi dei resti di mammiferi.
Posizione cronologica. - L'interesse dell'Asturiano consiste nella sua posizione cronologica, poiché sui tempi che corsero tra la fine del Paleolitico e il principio del Neolitico e sulla possibile esistenza di uno iato, vertono tuttora le più gravi discussioni. L'industria, nella sua omogenea semplicità, può ricordare il Paleolitico, ma nello spessore dei concheros più antichi, il De La Vega del Sella, che se ne è specialmente occupato, non raccolse mai la ceramica che appare solo alla superficie, oppure è contenuta in quei concheros che hanno abbondanti i mitili e son forse più recenti. In qualche stazione questo strato, invero, fu trovato sovrapposto allo strato aziliano. Il Bosch Gimpera lo considerò neolitico. Più generalmente, esso si considera corrispondente ai køkkenmøddingr portoghesi e danesi, che non diedero ceramica. Del maggior interesse sono i suoi rapporti con le caverne della Sicilia del Quaternario finale.
Bibl.: H. Obemaier, El hombre fósil, 2ª ediz., Madrid 1925; De la Vega del Sella, La cueva del Fenicial, Comm. d. Investigaciones Paleontolog., Mem., IV, 1914; P. Bosch Gimpera, Ensayo de una reconstrución de Etnología prehistórica de la Península Ibérica, in Boletín de la Biblioteca Menéndez y Pelayo, Santander 922.