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CITTADELLA

di Mariano Borgatti - Enciclopedia Italiana (1931)
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CITTADELLA (fr. citadelle; sp. ciudadela; ted. Zitadelle; ingl. citadel)

Mariano Borgatti

Recinto chiuso in una città fortificata dell'epoca del Rinascimento che serviva da ridotto: era una derivazione dell'arce o acropoli antica e della rocca medievale. La cittadella fu conseguenza della modificazione radicale che subì la fortificazione per l'impiego delle bocche da fuoco (v. fortificazione), e dall'aumentare degli eserciti nelle repubbliche e principati italiani nel Quattrocento e Cinquecento.

Il più antico ridotto di città fortificata cui si possa dare il nome di cittadella è quello di Sarzana, costruito subito dopo il 1487, quando la città fu dai Genovesi ceduta ai Fiorentini. È un recinto rettangolare (fig. 1) con quattro torrioni ai vertici e due nel mezzo delle cortine maggiori, e che rammenta le rocche del secolo precedente; ma i torrioni livellati al piano delle cortine e le mura fortemente scarpate e la altezza del parapetto e le troniere disposte a due ordini sulla stessa verticale rivelano i caratteri della fortificazione di transito. Furono suoi architetti Francesco di Giovanni detto il Francione, il La Cecca e Domenico di Francesco detto il Capitano. La cittadella di Pisa, eretta dai Fiorentini con opera di Giuliano da Sangallo (1509-1512), anch'essa a pianta rettangolare, dimostra già i primi tentativi d'applicazione dei fronti bastionati (v. bastione). Ad Ancona Antonio da Sangallo il Giovane eresse nel 1532 una cittadella con pianta a quattro lati e grandi bastioni; poi nel 1540 la cittadella di Perugia grossolanamente rettangolare e da alcuni scrittori detta ancora "rocca", con nome derivato dall'epoca precedente; e infine si può indicare fra le cittadelle rettangolari con quattro grandi bastioni agli angoli quella di Siena, che è del 1561 e si deve a Baldassarre Lanci.

Ma la forma caratteristica delle cittadelle del Rinascimento fu il pentagono regolare, e poscia l'esagono regolare. La prima cittadella pentagonale fu quella di Firenze detta d'Abbasso o Da Basso (1534), disegnata da Francesco Fiorenzuoli e Antonio da Sangallo; ad essa seguì, per data, la cittadella di Boulogne (1545) ideata e costruita dall'ingegnere militare cremonese Antonio Melloni; e poscia il bellissimo pentagono bastionato che nel 1555 Latino Orsini tracciò con fascine e terra attorno a Castel Sant'Angelo a Roma e fu poi sostituito con opera permanente dal Lapurelli nel 1561.

Pochi anni dopo (1564) fu cominciata la cittadella pentagonale di Torino (fig. 2) per opera di Francesco Paciotti da Urbino, terminata da Gabriele Busca, essendo il Paciotti andato in Fiandra, ove costruì (1567-1568) la cittadella di Anversa, riconosciuta nella storia dell'arte, al pari della precedente, come uno dei classici modelli della fortificazione bastionata. La cittadella di Torino fu poi demolita per ragioni del piano regolatore moderno. Ultima, per cronologia, fra le cittadelle pentagonali può indicarsi quella di Ferrara costruita da Giovanni Battista Aleotti detto l'Argenta, sotto Alfonso II ultimo duca (1559-1597)

Fu il Savorgnano che si distaccò dalle tradizioni, sostituendo l'esagono al pentagono nella pianta della cittadella di Casale da lui disegnata; hanno pianta esagonale anche le cittadelle di Grosseto, opera del Lanci, di Tunisi, opera del Floriano, e poche altre; ultima della serie fu la cittadella di Alessandria (fig. 3) cominciata nel 1728 da Ignazio Bertola e in gran parte ricostruita al principio dell'Ottocento. La cittadella era costruita per lo più sul recinto che doveva completare; raramente lo fu nel mezzo della città e in tal caso, più che come ridotto della difesa, servì per tenere a freno la popolazione. La cittadella situata al margine del recinto era in comunicazione con la campagna per mezzo d'un passaggio (raramente più d'uno), talvolta in parte sotterraneo, di tracciato tortuoso, ben difeso da opere accessorie e con altri provvedimenti di sicurezza; l'accesso della città era fatto di solito per mezzo di una grande porta ricavata in un'opera, talvolta monumentale, e che si diceva mastio, o cassero (francese donjon). Si ricorda quale esempio (fig. 4) la porta d'ingresso al mastio della cittadella di Torino.

Vedi anche
fortificazione Opera o insieme di opere che mirano a diminuire l’efficacia offensiva degli avversari, servendosi delle caratteristiche naturali del terreno e modificandole opportunamente con apprestamenti tecnici. Preistoria ed età antica Con il fissarsi degli abitati sorsero anche le prime cinte murarie di rozze ... Paciòtto, Francesco, conte di Montefabro Ingegnere militare (n. Urbino 1521 - m. 1591). Al servizio del duca di Parma fortificò Montecchio, Scandiano, Correggio e Borgo S. Donnino; a Torino attese alla costruzione della cittadella di quella città (1564); poi (1566) il duca d'Alba lo volle in Fiandra per studiare le fortificazioni di Anversa. ... Ferdinando Carlo Gonzaga duca di Mantova e del Monferrato Figlio (Revere 1652 - Padova 1708) del duca Carlo II (del ramo Gonzaga-Nevers) e di Isabella d'Austria, fu l'ultimo duca di Mantova e del Monferrato. Successo al padre sotto reggenza nel 1665, maggiorenne nel 1669, marito di Anna Isabella, erede dei Guastalla, poi (1704) di Susanna Enrichetta di Lorena-Elbeuf, ...
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  • GIULIANO DA SANGALLO
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  • FRANCESCO PACIOTTI
  • BALDASSARRE LANCI
Vocabolario
cittadèlla
cittadella cittadèlla s. f. [dim. di cittade, var. ant. di città]. – 1. Recinto fortificato che nel Rinascimento faceva parte delle fortificazioni di una città e ne costituiva l’elemento di maggior efficienza militare; ebbe talora pianta...
burgràvio
burgravio burgràvio s. m. [dal lat. mediev. burgravius, che è dal medio alto ted. Burggraf]. – Nelle città tedesche e fiamminghe del medioevo, il comandante militare del Burg (cittadella fortificata), da cui, in rappresentanza del signore...
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