IMPERO, CITTA DELL' (dette anche città regie o libere, Reichs-, kaiserliche, freie Städte)
Sono nel Medioevo le città del regno di Germania direttamente soggette al re e sottratte al dominio di qualsiasi altro signore territoriale. Cominciano ad affermarsi specialmente nella prima metà del sec. XIII, durante il regno dell'imperatore Federico II, e sono dapprima più numerose nel nord della Germania, dove la corona aveva i suoi beni (Dortmund, Francoforte sul Meno, Goslar, Nordhausen, Mulhausen), ma appaiono poi anche al sud e si moltiplicano sia per privilegi regi, sia per l'estinzione di case di grandi vassalli dell'Impero, sia, specialmente durante il periodo dell'Interregno, per lo stato di disordine che facilita ogni usurpazione e ogni rivolta. Anche molte città vescovili, come Basilea, Strasburgo, Spira, Worms, Magonza e Colonia, con l'affermarsi dell'indipendenza dei cittadini dal vescovo, vengono a costituire un altro gruppo notevole di città libere.
Governate in principio da un ufficiale regio (in genere il burgravio), le città regie o libere costituiscono, specialmente al tempo della Riforma, organismi politici ed economici di grande potenza con proprio territorio e con propria amministrazione, e per mezzo delle loro associazioni (Stadtbund, Reichsstadtschaft) rappresentano, fino alla pace di Vestfalia (1648), un elemento della massima importanza nella storia tedesca. Esse costituivano il terzo collegio della dieta dell'Impero ed erano divise nei due Banchi renano e svevo. Ridotte a 51 verso la fine del sec. XVIII, esse andarono perdendo a mano a mano la loro libertà nel periodo napoleonico, sì che erano solo sei nel 1803 (Amburgo, Augusta, Norimberga, Lubecca, Brema, Francoforte sul Meno). Dopo la pace di Presburgo (1805) rimasero solo Brema, Lubecca e Amburgo, che nel 1815 entrarono a far parte, come città libere, della Confederazione germanica.