Citta del Sole, La
, La Opera di T. Campanella (scritta nel 1602, durante la prigionia, stampata nel 1623). Vi si descrive, sul modello dell’Utopia di T. Moro, una repubblica in cui vigono la comunanza dei beni e delle donne, la divisione del lavoro e il suo alleggerimento mediante gli ausili tecnici, la regolamentazione delle unioni sessuali e delle nascite in base a criteri scientifici e astrologici. I «solari», oltre alle quattro ore di lavoro quotidiane, attendono alla lettura, allo studio, alle dispute e ad altre attività educative. La struttura urbanistica stessa rivela la razionalità che governa il disegno campanelliano: disposti entro un perimetro perfettamente circolare di mura, gli edifici si inerpicano gradualmente lungo una collina al cui vertice sorge un tempio, anch’esso circolare, dedicato all’Essere supremo, creatore e provvidente, riconosciuto da una religione naturale. A capo dello Stato è il Metafisico o Sole, assistito da tre magistrati, Pon, Sin e Mir che incarnano, rispettivamente, le tre primalità divine: potenza, sapienza e amore; le cariche pubbliche, elettive, sono attribuite in base a merito, cultura ed esperienza.