citta creativa
città creativa locuz. sost. f. – Città attrattiva, che si caratterizza per la presenza di un ambiente urbano culturale e intellettuale vivace, di attività legate all’economia della cultura e della conoscenza e, soprattutto, di una classe di professionisti di talento e altamente specializzati che operano, con nuove idee e nuove tecnologie, in settori attualmente strategici. Quest’ultimo elemento è stato fondamentale nella definizione della c. c.: secondo la nota formulazione di R. Florida, la città deve oggi investire in servizi e amenities per attrarre una ‘classe creativa’ in grado, a sua volta, di rilanciare l’economia locale in un clima aperto e tollerante. La c. c. non è tuttavia un luogo stabile e confortevole perché, al contrario, il milieu creativo urbano produce maggiori stimoli se competitivo e non eccessivamente regolato. La classe creativa rimodella il paesaggio urbano per le sue esigenze di consumo, di prodotti e di luoghi (v. ), per cui i quartieri creativi, le infrastrutture culturali, le zone cool diventano spazi privilegiati. La teorizzazione di questa tipologia di città si è infatti basata non solo sul concetto di classe creativa, ma anche su quelli di città del consumo e di città come macchina del divertimento. Tutti questi elementi inducono a considerare che la c. c. risponde all’esigenza degli spazi urbani contemporanei di riposizionarsi nel quadro globale per essere maggiormente competitivi, investendo in un mix di attività legate alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, ai media digitali e all’industria culturale. Questa enfasi posta sulla competitività e sulla possibilità di guadagnare posizioni nei ranking internazionali spiega perché il concetto abbia riscosso tanto successo tra i policy makers. Tuttavia esso è oggi messo fortemente in discussione, dal punto di vista sia teorico sia delle ricadute che le forme di rigenerazione urbana prodotte dalla c. c. generano sul piano dell’esclusione sociale.