CITONATO (Citonatus)
Arcivescovo di Cagliari e, verosimilmente, anche primate della Chiesa sarda, visse nella seconda metà del sec. VII in uno dei periodi più oscuri della storia dell'isola, soggetta allora all'Impero d'Oriente. Di lui non si conosce né data né luogo di nascita ne alcunché della famiglia, dei suoi studi o del suo ministero episcopale anteriormente al concilio ecumenico del 680-81 di cui firmò gli atti. La sua presenza al VI concilio, del resto, è l'unico dato certo che si possiede su di lui. Sì che pressoché impossibile diviene delineare sia le sue vicende che la figura.
Secondo il Motzo, doveva già sedere sulla cattedra cagliaritana allorché il vescovo Eutalio di Sulcis fu costretto dalle autorità bizantine a sottoscrivere una professione di fede contraria alla dottrina ortodossa professata dalla Chiesa di Roma.
L'episodio sarebbe accaduto negli ultimi anni di regno dell'imperatore Costante II (642-668), in uno dei momenti più drammatici della crisi monotelitica, quando un solco si era aperto tra la Chiesa e l'Impero dopo l'arresto, il processo e la deportazione del papa Martino I, che nel 649 aveva condannato pubblicamente insieme con l'Ekthesis e il Typos, la dottrina e la politica religiosa dell'imperatore. Il dissidio si attenuò quando, dopo l'assassinio di Costante, il papa Vitaliano I prese posizione a favore del figlio di lui Costantino IV contro l'usurpatore Mecezio. Un decennio appresso Costantino IV, ritenendo opportuno porre fine al lungo dissidio che manteneva l'Impero e l'Italia in un clima di guerra civile, scrisse al papa Dono (678) proponendogli di inviare una sua delegazione ad un concilio ecumenico da riunirsi a Costantinopoli che definisse solennemente le relazioni esistenti fra natura umana e natura divina nel Cristo. L'invito, che giunse a Roma dopo la morte di Dono. fu raccolto dal suo successore Agatone che, dopo una serie di concili provinciali ed un sinodo patriarcale da lui riunito a Roma, elaborò un documento, che riaffermava la tradizionale posizione teologica della Chiesa di Roma. Con esso i vescovi occidentali si presentarono al VI concilio ecumenico, che fu aperto a Costantinopoli dall'imperatore il 7 nov. 680 e si chiuse il 16 sett. 681 con la condanna del monofisismo e la solenne proclamazione della dottrina ortodossa romana.
In questo contesto religioso e politico si svolse l'attività episcopale di Citonato. I suoi contrasti con le autorità bizantine della Sardegna dovettero essere frequenti se queste ultime si indussero a denunciarlo all'imperatore e Costantino si vide costretto a sottoporlo a processo. Tutto quello che si sa in merito, tuttavia, risulta dagli atti del concilio al quale il vescovo fu ammesso solo alla fine per sottoscriverne gli atti. Secondo tale fonte, infatti, l'imperatore in persona, rivolgendosi ai padri conciliari e richiamandosi ad una loro richiesta affermò di voler adempiere ad un suo preciso dovere nei riguardi di C. pertanto, considerato che le accuse di resistenza all'imperatore ed alla retta fede dello Stato mosse a C. erano risultate false, esortò i padri ad accogliere tra di loro il presule cagliaritano e ad ammetterlo a sottoscrivere la definizione della fede uscita dal concilio.
Varie sono le ipotesi avanzate dagli storici lecali per individuare le colpe imputate a C., ma nessuna risulta soddisfacente. Riconciliato con le autorità bizantine e reintegrato nella pienezza delle sue funzioni, il vescovo rientrò a Cagliari e riprese il suo ministero pastorale nell'esercizio del quale, qualche anno dopo, ebbe un contrasto con la Chiesa di Roma. Avvalendosi dell'antica prerogativa degli arcivescovi cagliaritani di nominare i vescovi delle diocesi isolane, C. ordinò vescovo di Torres un tal Novello. Tale ordinazione, tuttavia, fu dichiarata nulla dal papa Giovanni V (685-686), che si faceva forte di antico privilegio, per il quale i vescovi di Torres dovevano essere ordinati direttamente dal pontefice, privilegio che C. avrebbe cercato di far cadere in disuso. Non è improbabile che l'episodio echeggi le lotte sostenute dalla Chiesa di Roma per imporre la propria autorità alle Chiese locali. Nessun'altra notizia è rimasta di Citonato.
Fonti e Bibl.: G. D. Mansi, Sacrorum concil. Nova et ampliss. collectio, XI, Florentiae 1765, col. 654; P. Tola, Codex diplomaticus Sardinia, I, Augustae Taurinorum 1861, p. III, col. 2, n. 3; Liber pontificalis, a cura di L. Duchesne, I, Paris 1886, p. 366; A. F. Mattei, Sardinia sacra, Roma 1758, ff. 83 s.; P. Tola, Dizion. biogr. degli uomini illustri di Sardegna, I, Torino 1837, sub voce; S. Pintus, Sardinia sacra, Iglesias 1904, I, p. 26; E. Besta, La Sardegna medievale, I, Palermo 1908, pp. 26 s., D. Filia, Sardegna cristiana, I, Sassari 1909, pp. 128, 134; B. R. Motzo, Studi di filol. e storia, I, Napoli 1927, p. 80.