citizen journalist
loc. s.le m. e f. inv. Giornalista partecipativo, che si avvale della collaborazione in tempo reale dei lettori, mediante la rete telematica.
• partiamo dal telespettatore-giornalista: «In America li chiamano “citizen-journalist” ‒ spiega [Emilio] Carelli ‒. Da noi è un’evoluzione di “Reporter diffuso”, che già esiste, ma ci siamo spinti ancora più in là: daremo la possibilità alla gente comune di potersi collegare con noi, in diretta, tramite il videotelefonino. Il telespettatore, così, diventa testimone attivo e pubblico di un fatto che sta accadendo lì dove si trova». (Emilia Costantini, Corriere della sera, 15 settembre 2008, p. 43) • Il metodo con cui oggi si conduce un’inchiesta giornalistica è mutato radicalmente anche solo rispetto ad una decina di anni fa. L’uso massiccio della rete e i social media ‒ Twitter e Facebook sopra tutti ‒ hanno letteralmente rivoluzionato il lavoro del giornalista che oramai non può più prescindere dalla collaborazione con blogger e citizen journalist, utilizzati come fonti, per giungere alla verità della propria indagine. (Salvatore De Mauro, Sicilia, 5 maggio 2012, p. 25, Noi Oggi) • Nel 2014, secondo l’ultimo rapporto della ong Usa «Freedom House», nel mondo sono stati 35 i giornalisti uccisi finora mentre le statistiche del 2013 parlano di: 71 reporter morti, 826 arrestati, 2160 minacciati o attaccati fisicamente, 87 rapiti, 77 costretti a lasciare il proprio Paese, 39 netizen (chi frequenta le comunità online) e citizen-journalist (cittadini che informano) uccisi, 127 blogger e netizen arrestati. (Unità, 1° giugno 2014, p. 14, Esteri).
- Espressione inglese composta dai s. citizen ‘cittadino’ e journalist ‘giornalista’.
- Già attestato nella Repubblica del 10 febbraio 2007, p. 25, Politica estera (Evan Cornog riportato da Mario Calabresi).