cistite
Infiammazione, acuta o cronica, della vescica urinaria. Nella maggior parte dei casi il processo infiammatorio è provocato da microrganismi (streptococchi, stafilococchi, colibacillo, ecc.); più raramente da parassiti macroscopici (Bilharzia), da sostanze chimiche irritanti (alcol, cantaride, ecc.) o da stimoli fisici (terapie radianti). Accanto a c. primitive, nelle quali il processo infiammatorio esordisce come fenomeno isolato, esistono c. secondarie in cui l’infezione si propaga da altri organi dell’apparato urinario (reni, ureteri, più frequentemente uretra), o si localizza alla vescica nel corso di malattie infettive generali (tifo, sepsi, ecc.). L’instaurarsi della c. può essere favorito da particolari condizioni fisiopatologiche e patologiche che determinino ristagno dell’urina (gravidanza, stenosi uretrali, ipertrofia prostatica, ecc.), o alterino in qualunque modo l’integrità della mucosa vescicale (calcoli, traumatismi). Fattori predisponenti alle c. sono le perfrigerazioni, i disordini alimentari, i disturbi intestinali. Dal punto di vista anatomopatologico la c. può essere catarrale, purulenta, ulcerosa, pseudomembranosa, necrotica, emorragica, ecc.; dal punto di vista clinico, acuta o cronica. Delle forme acute sono sintomi fondamentali la minzione frequente e dolorosa e le urine torbide, eventualmente ematiche. Nelle forme croniche la minzione è meno frequente e meno dolorosa, ma la piuria è costante, mentre è rara la presenza di sangue. La diagnosi si fonda sui dati clinici e su quelli forniti dall’esame, anche colturale, delle urine; in casi particolari, dall’esame endoscopico. La cura è diversa a seconda dei casi: per lo più richiede l’uso di chemioterapici, talora di antibiotici (preferibilmente scelti in base al risultato dell’antibiogramma). È necessario il rispetto di opportune norme dietetiche e igieniche.