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MENOTTI, Ciro

di Giovanni CANEVAZZI - Enciclopedia Italiana (1934)
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MENOTTI, Ciro

Giovanni CANEVAZZI

Patriota, nato a Migliarina presso Carpi il 22 gennaio 1798, morto il 26 maggio 1831 in Modena. La famiglia viveva agiatamente di commercio. Ciro frequentò le scuole prima a Carpi poi in Modena. Dopo la restaurazione, fu, come volontario, nella milizia urbana. Innamoratosi perdutamente di Francesca Moreali in Tori, la sposò appena questa restò vedova nel 1819. Da tale matrimonio nacquero Achille, Polissena, Adolfo e Massimiliano. Abbandonò allora gli studî e si diede anch'egli al commercio della seta filata, dell'acquavite distillata e dei cappelli di truciolo. Quando nel 1821 cominciarono a serpeggiare aspirazioni a libertà politica, M. ebbe amici fra la gioventù più ardente: e perciò, quando in quell'anno fu diffuso in Modena il famoso proclama latino fra gli Ungheresi di passaggio per la città, diretti a Napoli, improntato a sensi di fratellanza e di patriottismo, la polizia arrestò, fra gli altri cittadini sospetti, il M. La giurisdicenza camerale, esaminata la posizione di ogni detenuto, convenne di proporre al tribunale di giustizia la liberazione di tutti. E i detenuti furono liberati: ma le persecuzioni che da allora iniziò la polizia estense, capeggiata da Giulio Besini, non fecero che accrescere il malcontento e l'odio dei liberali. Reagì Francesco IV: e la vittima più compianta fu il prete Giuseppe Andreoli (1822). Gli anni che seguono sono, sotto apparenze contrarie, poco tranquilli. Il duca cerca di profittare dei disaccordi che sono nella corte di Savoia e dell'avversione che si palesa contro l'Austria in varie regioni italiane, per mirare a più largo potere. Questa sua ambizione fa nascere in una parte dei liberali il pensiero d'appoggiare le mire del duca, magari col fargli intravvedere possibile la corona di un regno d'Italia. Misley e Menotti, uno la mente e l'altro il braccio, s'intendono per un piano che forse potrebbe anche riuscire. Disgraziata illusione: Francesco IV ha qualche intelligenza con loro, sebbene circospetto e cauto, e li onora di particolare confidenza, destando gran sorpresa nella cittadinanza. Ma gli eventi di Francia del 1830 muovono l'attenzione dell'Austria sui veri amici e nemici; e il duca, che pur non è da credere si fosse veramente compromesso e avesse preso impegni d'azione comune, temendo di Metternich, si apparta. Mentre il Misley ordisce all'estero, il M., illuso di riuscire a qualche cosa di concreto, si affanna a stringere le fila dei cospiratori nelle regioni vicine, specialmente nel Modenese; spende denari, organizza, arma, e quando crede, purtroppo prematuramente, che tutto sia pronto, raduna nella sua casa in Modena, la sera del 3 febbraio 1831, una forte mano dei suoi più fidi per accordi definitivi d'azione. La polizia e il duca, che già avevano avuto sentore che qualche cosa si preparava e che nella mattinata avevano ordinato anche qualche arresto, fanno circondare dai dragoni estensi la casa. Assedio in piena regola e resistenza; poi fuga e cattura dei congiurati. Tra i catturati è M., ferito non gravemente. Tradotto il 5 febbraio a Mantova dal duca medesimo, al ritorno del duca, è ricondotto a Modena processato sommariamente e condannato a morte per capestro, insieme con Vincenzo Borelli. Il 26 maggio, su uno dei bastioni della cittadella, la sentenza fu eseguita. Le ossa del martire, capo della rivoluzione modenese del 1831, rimasero inonorate fino al 1848, in cui per opera di familiari e di amici ebbero più degna sepoltura, per essere poi, nel 1861, traslate nel piccolo cimitero di Spezzano di Modena, la terra della Moreali, moglie di M., dove fu sepolta tutta la famiglia del M. Finalmente nel 1929, ad opera d'un comitato cittadino, i resti di Ciro e dei suoi furono deposti in una decorosa sepoltura nell'attigua chiesa. In memoria del M. e del Borelli fu coniata nel 1831, a iniziativa della Giovine Italia, una medaglia commemorativa. Nel 1881 fu elevata in Modena una statua al M., con largo contributo del patriota Antonio Morandi.

Bibl.: F. Bianchi, Discorso storico della vita di C. M., Bologna 1831; Risposta dei redattori della "Voce della verità" al libello intitolato "Discorso, ecc.", Modena 1831; A. Bazzoni, C. M., Torino 1862; C. Bianchi, C. M. e la cospirazione di Modena nel 1831, Milano 1863; G. Silingardi, C. M. e la rivoluzione de 1831, Firenze 1880; T. Grandi, C. M. e i suoi compagni, Bologna 1880; A. Vannucci, I Martiri della libertà italiana, Firenze 1906; C. Causa, Vita di C. M., Firenze 1888; Perché un monumento a C. M.?, Bologna 1880; G. Canevazzi, Le forche di C. M. e di Vincenzo Borelli, in Il Risorgimento it., 1914, fasc. 3°; id., Note menottiane, in Rassegna storica del Risorgimento italiano, 1930, fasc. 3°; G. Sforza, C. M. e il duca di Modena, in Rassegna storica del Risorgimento, Roma 1918, fasc. 4°; G. Ruffini, Le cospirazioni del 1831, nelle memorie di Enrico Misley, Bologna 1931 (cfr. F. Lemmi, in Cultura moderna, 1931); A. Soli, C. M. e l'idea unitaria nell'insurezzione del 1831, Modena 1831.

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