CHISTONI, Ciro
Nacque a Ostiano, in provincia di Cremona, il 4 ott. 1852 da Giuseppe e Maria Mosconi. Si laureò in fisica nell'università di Padova nel 1876.
Fu presto nominato assistente fisico nel R. Ufficio centrale di meteorologia, dove fu incaricato del rilevamento magnetico d'Italia. La maggior parte dei suoi lavori, negli anni che seguirono, furono di magnetismo terrestre, avendogli il direttore dell'Ufficio centrale di meteorologia affidato l'incarico di fare una buona carta magnetica dell'Italia.
I resoconti dei suoi lavori negli anni che vanno dal 1881 al 1905apparvero tra l'altro sui Rendiconti della R. Accademia dei Lincei.
Nel 1881 il C. iniziò a fare alcune misure di magnetismo in Sicilia, in Romagna e in Emilia (cfr. Determinazioni dei valori assoluti della direzione e della intensità della forza magnetica terrestre fatte sul continente italiano negli anni 1881-82, in Annali dell'Ufficio centrale di meteorologia italiana, IV [1882], pt. 1, pp. 3-16), e proseguì nel 1883 misurando gli elementi di magnetismo terrestre, tra gli altri posti, a Roma e in quattordici punti della valle del Po (cfr. Determinazioni dei valori assoluti della direzione e della intensità della forza magnetica terrestre fatte sul continente italiano nel 1883, ibid., V [1883], pt. 1, pp. 135-244). Nel maggio del 1884 fece misure in Sardegna (cfr. Determinazioni dei valori assoluti della direzione e della intensità della forza magnetica terrestre fatte in Sardegna nel 1884, ibid., VI [1884], pp. 245-302] e li fece nove stazioni di rilevamento distribuite in varie località dell'isola; a causa poi delle cattive condizioni sanitarie non vi poté più lavorare fino alla fine del 1884. All'inizio del 1885 riprese con la determinazione dei valori assoluti della declinazione e della inclinazione magnetica in alcuni punti delle Puglie e particolarmente ad Otranto, servendosi del magnetometro unifilare di Elliot e dell'inclinometro di Dover, e, notando che il minimo di declinazione in Italia era sulla linea che congiunge Otranto con Santa Maria di Leuca (cfr. Valori assoluti della declinazione e della inclinazione magnetica determinati in alcuni punti delle Puglie e della Terra d'Otranto nel 1886, in Rend. d. R. Accad. d. Lincei, classe di scienze fisiche, mat. e nat., s. 4, II [1885-86], pp. 498 s.).
Nel 1887 il C. ottenne la cattedra di fisica sperimentale nell'università di Modena.
In questa stessa città, nell'anno successivo, si servi per le sue esperienze nella stazione agraria dei termografi a massima e a minima inviatigli dall'Ufficio centrale di meteorologia per la misurazione della temperatura d ' ella neve a diverse profondità e della temperatura dei primi strati d'aria sovrastanti alla neve (cfr. Sulla temperatura della neve a diverse profondità, e sulla temperatura dei primi strati di aria sovrastante alla neve, in Rend. d. R. Acc. d. Lincei, classe di scienze fisiche mat. e nat., s. 4, IV [1888], pp. 279 s.). Il suo progranima di formare una carta magnetica dell'Italia fu in parte compiuto in una nota che apparve nel 1887sulle Memorie della Società degli spettroscopisti italiani (XVI, pp. 39-42) dal titolo Carta magnetica dell'Italia superiore e sua relazione con le aree sismiche. Nello stesso anno, benché non facesse più parte del personale dell'Ufficio centrale di meterologia, - su proposta del direttore, accettata dal Consiglio direttivo della meteorologia, ebbe l'incarico dal ministero dell'Agricoltura, Industria e Commercio di continuare i suoi studi riguardanti la carta magnetica dell'Italia; fu in quell'occasione coadiuvato dal dottor L. Palazzo, che era stato nominato allora assistente fisico dell'Ufficio di meteorologia.
Nell'anno accademico 1898-99 scrisse un volume di Lezioni di fisica, che costituivano l'oggetto del corso da lui tenuto all'università di Modena, e che furono raccolte e compilate dall'alunno E. Fantanelli (Modena 1898). Successivamente, nel 1900, scrisse un altro compendio di Lezioni di fisica per studenti di medicina, veterinaria, farmacia e scienze naturali, pubblicato a cura di E. Teglio (Modena 1900). Ancora nel 1899 apparvero sugli Atti della Società dei naturalisti di Modena due suoi articoli, intitolati rispettivamente: Le formole di Bouguer per il calcolo degli spessori atmosferici e della trasparenza dell'atmosfera (s. 3, XVI [1899], pp. 165-87) e La fotometria e la pirometria del Lambert rispetto agli studi attinometrici (s. 4, I [1899], pp. 66 ss.).
Nello stesso periodo il C. dette inizio ad una serie di misurazioni pireliometriche all'Osservatorio geofisico di Modena, all'Osservatorio di Sestola e a quello del monte Cimone. Per tali misure si servì inizialmente dell'attinometro di Violle per determinare la quantità di calore che può ricevere dal Sole, in un dato tempo, la parte eminentemente agricola della Valle Padana, e per studiare la trasparenza dell'aria in tale regione, al fine di contribuire alla ricerca della "costante solare" (cfr. Misure pireliometriche fatte a Sestola nell'estate del 1901, in Rendiconti d. R. Acc. d. Lincei, classe di scienze, fisiche, mat. e nat., s. 5, XI [1902], pp. 77-84; Misure pireliometriche fatte sul monte Cimone nell'estate del 1901, ibid., pp. 479-86, 539 ss.; Misure pireliometriche eseguite a Sestola e al monte Cimone nell'estate del 1899, ibid., XII, [1903], pp. 258-63; Misure pireliometriche eseguite a Sestola e al monte Cimone nell'estate del 1900, ibid., pp. 625 ss.; Risultati pireliometrici ottenuti con l'attinometro di Viollenegli anni 1900 e 1901 al R. Osservatorio geofisico, di Modena, ibid., XIV [1905], pp. 147-53; Risultati pireliometrici ottenuti, dall'ottobre 1901 al 3 luglio 1902 al R. Osservatorio geofisico di Modena, ibid., pp. 560-67; Risultati pireliometrici ottenuti dal 3 luglio al 21 ag. 1902 al R. Osservatorio geofisico di Modena, ibid., pp. 76-82; Risultati pireliometrici ottenuti dal 22 ag. 1902 a tutto giugno 1903, ibid., XV [1906], pp. 126-32; Misure pireliometiche eseguite sul monte Cimone nell'estate del 1902 e nell'estate del 1903, ibid., pp. 133-36, 208-13; Misure pireliometriche eseguite sul monte Cimone nell'estate del 1904 e l'estate 1905, ibid., pp. 214 ss.).
Durante le misurazioni pireliometriche eseguite i Corleto, a Modena, a Sestola ed al monte Cimone dal 1898 al 1901, oltre a trovare dei valori plirelionietrici, il C. esaminò anche i vari apparecchi proposti per le ricerche di questo genere. Impegnato, prima come membro della Commissione internazionale per le osservazioni della radiazione solare, poi come membro del comitato della Società degli spettroscopisti italiani per lo studio del Sole, ad intraprendere una serie di misure pireliometriche, volle decidere quale strumento scegliere. Alla riunione della Commissione internazionale per le osservazioni della radiazione solare, a Parigi nel settembre del 1900, egli non conosceva ancora il pireliometro a compensazione elettrica di Ångström. Ottenutolo dallo stesso Ångström, il C. ne fece poi un uso stabile, ritenendolo il pireliometro di gran lunga più esatto, pur essendo molto semplice, tanto che volle definirlo pireliometro campione. A questo proposito cercò anche i coefficienti per ridurre i risultati di Violle a quelli di Ångström (cfr. Sul Pireliometro a compensazione elettrica dell'Ångström, in Rend. d. R. Acc. d. Lincei, classe di scienze fisiche, mat. e nat., s. 5, XIV [1905], 1, pp. 340-46; 2, pp. 451-56).
Nel 1906 il C. passò professore ordinario per la fisica terrestre nell'università di Napoli. Ebbe la direzione dell'Istituto geofisico di Napoli, e per parecchi anni tenne come incaricato anche la direzione dell'Osservatorio vesuviano.
Oltre ai già citati lavori, trattò teoriche riferentisi ai metodi di misura: sul magnetometro tipo Kew (cfr. Magnetometro unifilare dei seni, in Mem. d. R. Acc. di Modena, s. 2, IX [1893], pp. 125-144 e Ann. Uff. centr. di met. e geod., XIV[1892], 1-3, pp. 31-43); sul metodo di Lloyd (cfr. Teoria del metodo di Moyd per la misura dell'intensirà magnetica, in Mem. d. Soc. spettr. ital., XIX [1890], pp. 100-20); sull'Azione deviatrice di un magnete fisso sopra un magnete libero di muoversi attorno ad un asse verticale (ibid., XIX[1890], pp. 22834; XX [1891], pp. 15-27, 41-51-, 57-64; XXII [1893], pp. 138-47).
Inoltre di lui si ricorda in particolare un igrometro a condensazione. Fu accurato osservatore nelle operazioni magnetiche in campagna ed abile sperimentatore in laboratorio.
Morì a CasaIromano, in provincia di Mantova, il 16 sett. 1927.
Bibl.: L'opera scientifica di C., Napoli 1927 (con elenco completo delle opere); necr., in Boll. della Soc. dei natural. in Napoli, s. 2, XI, (1928), pp. 113-21; J. C. Poggendorff, Biogr-lit. Handwört. zur Gesch. der exact. Wissensch., IV, pp. 245 s.; V, pp. 219 s.; VI, p. 438; C. C., in Enc. Ital., X, p. 159.