Cirillo e Metodio, santi
Nobili greci, detti gli «apostoli degli slavi» (Cirillo n. 827-m. 869; Metodio n. 815 ca.-m. 885). Alla morte del padre, il magistrato Leone, legato alla corte di Bisanzio, Metodio passava in Macedonia ad amministrarvi una provincia, mentre Costantino (si chiamò Cirillo quando si fece monaco), divenne presto sacerdote e bibliotecario patriarcale. Ritiratisi (855) in un monastero sull’Olimpo di Bitinia, furono poi inviati (860) dall’imperatore presso i cazari (dislocati fra il Caucaso e il Don) per convertirli; nell’863 predicarono in Moravia. Cirillo cominciò la traduzione della Sacra Scrittura, che poi avrebbe continuato Metodio. Accusati d’eresia, passarono a Roma latori delle reliquie di s. Clemente; papa Adriano II (867) approvò l’uso, da essi sostenuto, del paleoslavo nella liturgia. Morto Cirillo (a Roma), Metodio, nominato vescovo di Sirmio, continuò l’opera in Moravia.