CIRIACO
Di C. non si conoscono dati relativi alla nascita e alla morte; dal testo e dai tratti dialettali della lingua si desume che era marchigiano e che era ancora vivo nel 1402, anno in cui terminò la traduzione della Bibbia in versi italiani iniziata sette anni prima.
Questa povertà di dati è anche dovuta al fatto che mancano ricèrche di archivio tese ad aggiornare le esigue informazioni fornite dallo stesso C., di cui, ad eccezione del Lattès nel 1932, mai nessuno sembra essersi occupato. L'opera di C., diecimila versi praticamente privi di valore poetico, giace inedita nel manoscritto Vat. lat. 4821, appartenuto all'umanista Angelo Colocci, e "scritto in una gotica semilibraria chiarissima e di forma arrotondata che prelude all'umanistica" (Il libro della Bibbia..., p.53). Questa di C., dopo molteplici traduzioni parziali (tra le prime, lo Splanamento de li proverbii de Salamone di Gherardo Patecchio risalente alla prima metà dei XIII secolo), è da considerarsi la prima traduzione della Bibbia in versi italiani, venuta ben due secoli dopo la prima in versi francesi, dovuta ad Herman de Valenciennes e risalente all'incirca al 1189.
La traduzione vera e propria è preceduta da un prologo in cui C. chiede alla Vergine di intercedere presso il Figlio affinché questi gli dia la necessaria ispirazione poetica, e invoca poi Saturno, Giove, Marte, ApoIlo, Venere, Mercurio e Diana Proserpina. Il testo di base da cui C. afferma di tradurre è quello di s. Girolamo: in realtà a volte modifica episodi importanti, ne muta l'oidine o addirittura inserisce episodi che nella Bibbia non ci sono. La maggior parte delle divergenze tra il testo di C. e la Bibbia sono le stesse che si ritrovano nella Historia scholastica di Pietro Comestore, che è da considerarsi la fonte principale di Ciriaco. Il fatto poi che C. non citi mai Pietro Comestore farebbe pensare a una versione anonima della Historia scholastica, rimaneggiata e farcita di numerose e abbondanti citazioni della Bibbia. Il racconto della Genesi è diviso in quattro parti: la prima va dalla creazione del mondo al diluvio universale; la seconda parte, molto breve, dal diluvio universale alla costruzione della torre di Babele; la terza comprende la storia di Abramo e di Isacco; nella quarta si racconta la storia di Giacobbe e di- Giuseppe. Le altre parti del Pentateuco sono riassunte in un solo canto. Praticamente C., omette tutte quelle parti che non abbiano contenuto narrativo, quindi il Levitico e il Deuteronomio, e riassume solo una parte dell'Esodo e dei Numeri. Seguono i libri di Giosuè, dei Giudici, di Samuele e dei Re, tutti abbastanza fedeli al testo della Bibbia; sono omessi i libri di Rut, di Tobia, di Ezechieli e sono riuniti in un unico canto i libri di Daniele e di Giuditta e il primo capitolo del libro di Ester.
Per ciò che riguarda i Vangeli, il racconto di C. si basa principalmente sui Vangeli di Luca e di Matteo, anche se vi si ritrovano parti dei Vangeli di Giovanni e di Marco, L'ordine degli episodi è il seguente: annunciazione, visita di Elisabetta, sogno di Giuseppe, editto di Augusto, natività, adorazione dei pastori, circoncisione, adorazione dei Magi, fuga in Egitto e strage degli innocenti, viaggio a Gerusalemme, Gesù tra i dottori, battesimo di Gesù, vocazione di Pietro, di Andrea e dei figli di Zebedeo, nozze di Cana. C. omette il racconto dei miracoli per passare direttamente alla. passione.
Bibl.: Sul cod. Vat. lat. 4821 cfr. Il libro della Bibbia. Esposiz. di manoscritti e di edizioni a stampa della Bibl. Apostolica Vaticana dal sec. III al sec. XVI, Roma 1972, p. 53; su C.: S. Lattès, Recherches sur la bibliothèque d'Angelo Colocci, in Mélanges de l'Ecole française de Rome. XLVIII(1931), p. 388; Id., La plus ancienne Bible en vers italiens (manuscrit Vatican latin 4821), ibid., XLIX (1932), pp. 181-218.