circulare (verbo)
Dal tardo latino circulare, si configura in D. quale termine soltanto poetico e paradisiaco, di uso esclusivamente transitivo (come il più comune ‛ cerchiare ': vedi). Vale dunque " circuire ", " circondare girando ", " attorniare in movimento ciclico ", " muoversi attorno, far cerchio a ": la doppia danza [cioè le due ghirlande degli spiriti sapienti nel cielo del Sole] che circulava il punto dov'io era (Pd XIII 21).
Al passivo, il participio passato ormeggia una funzione di epiteto, " condotto in cerchio ", " che girava ", " roteante " (vedi c. aggettivo, in Pd VIII 127), in pregnante brachilogia, in Pd XXIII 109, dove la circulata melodia è l'arcangelo Gabriele, facella e lira che canta le sue lodi aggirandosi intorno a Maria. Vi si ha così una perfetta corrispondenza fra elemento acustico e visivo (" fa una cosa sola del canto e del movimento angelico " annota il Sapegno, sulla scia di una stupenda glossa del Tommaseo: " Non è né uno spirito che parla, né un circolo che armonizza, è una ‛ melodia ' che si gira... ‛ Circulata ', parola troppo scientifica; ma è simbolica immagine di perfezione: e de' numeri armonici diciamo ‛ periodo ', ‛ giro ', ‛ rotondità ' "), segnata proprio dal verbo si sigillava, banalizzato da alcuni commentatori (Vellutello: " si finiva intorno di Maria "; Daniello: " così la soave armonia dell'angelico canto ‛ circolata ', perché cantando intorno alla Vergine l'arcangelo s'andava aggirando, si sigillava, si finiva "), ma invece attinente sia alla conclusione dell'inno sia insieme al chiudersi o suggellarsi di quella corona melodiosa e luminosa. A intuire la contemporaneità del momento visivo e del momento musicale s'avvicinano in qualche modo Benvenuto (" angelus se circulariter girans et dulciter cantans ") e il Buti (" la dolcezza del canto di quello angelo che... giravasi in circulo "). Cfr. anche J.E. Stevens, D. and music, in " Italian
Studies " XXIII (1968) 10.