CIPRO (X, p. 392; App. II, 1, p. 619)
Popolazione. - Dall'ultimo censimento, che si tenne nel 1946, risultò una popolazione complessiva di 450.114 abitanti; secondo la stima più recente, calcolata nel 1957, la popolazione dell'isola era di circa 536.000 unità. Di particolare interesse, dati gli sviluppi politici che hanno portato all'indipendenza dell'isola, è l'esame della composizione etnica della popolazione cipriota. Nel 1946 gli abitanti appartenenti al gruppo etnico greco erano 361.199 contro gli 80.548 ciprioti del gruppo etnico turco. Nel 1956 il rapporto fra i due gruppi era sostanzialmente il medesimo: 416.986 greci contro 92.642 turchi. Le percentuali dei due elementi etnici (78 e 18% rispettivamente) sono state tenute presenti nel gettare le basi della nuova costituzione repubblicana dell'isola, per quel che riguarda la composizione del parlamento, del governo, delle cariche pubbliche e dell'esercito. Modesto è stato l'incremento della popolazione dei principali centri dell'isola. Nell'elenco che segue sono espressi nell'ordine i dati relativi al 1946 e al 1956: Nicosia, 34.500-40.500; Limassol, 22.000-27.800; Famagosta, 16.200-21.100; Larnaca, 14.750-16.900.
Economia. - La composizione della popolazione attiva per categorie economiche (1956) è la seguente: agricoltura 135.900 abitanti; industrie manifatturiere 37.200; edilizia 20.000; miniere 6.800; commercio, amministrazione e servizî 61.600. Tali dati confermano la tradizionale configurazione dell'economia isolana, basata in primo luogo sulle risorse agricole, seguite, a distanza, dalle risorse minerarie. La natura del suolo e l'aridità del clima limitano peraltro l'estensione delle colture. Della superficie territoriale, meno del 50% è destinato alle colture e a un 18% ammonta la superficie forestale, che include però anche la tipica macchia mediterranea. Fra i prodotti, il frumento è al primo posto (intorno ai 700.000 q annui). La vite (ca. 30.000 ha) produce 120-160.000 hl annui del tipico vino bianco dell'isola, che si esporta largamente. Anche la patata e il frutto del carrubo sono prodotti di esportazione. Gli agrumeti (aranci, mandarini e pompelmi) danno prodotti pregiati, mentre l'ulivo ha importanza limitata. Riguardo all'allevamento sono aumentati, negli ultimi 15 anni, gli ovini (385.000), diminuiti invece i caprini (159.000) e i suini (33.000). Fra gli equini continuano ad avere importanza gli asini (43.000 nel 1956), esportati in Levante e nell'Egitto, come animali da lavoro. La pesca dà 550 tonn. di prodotto annuo e conta 300 battelli e un migliaio di addetti. Notevole è la raccolta delle spugne. I minerali di ferro e di rame (piriti) continuano ad essere una voce importante nell'economia dell'isola. Delle piriti di ferro si estraggono annualmente da 700 a oltre 800.000 t; di quelle cuprifere, da 150 a 226.000 t. L'amianto e la cromite hanno importanza minore. Dalle piriti si ricava anche lo zolfo. Scarsa è l'energia elettrica (ca. 60.000 kW installati nel 1957), interamente di origine termica (ma a Trimiklini, Limassol, è sorta una diga su un affluente del f. Kouris).
Commercio estero. - Nella bilancia commerciale le importazioni sono superiori alle esportazioni (39 milioni di sterline contro 22,3 milioni nel 1956). Fra i prodotti esportati figurano quelli agricoli e quelli del sottosuolo (piriti di ferro e di rame, amianto, cromite, terra d'ombra). Si importano soprattutto prodotti finiti, macchinarî, mezzi di trasporto e generi alimentari.
Storia e ordinamento. - Respinto dall'Assemblea consultiva dei partiti ciprioti il progetto di costituzione del governo inglese (maggio 1948), il movimento unionista, guidato dal primate ortodosso, o etnarca, arcivescovo Makarios, si manifestò con forza crescente, fiancheggiato dal partito comunista. In un plebiscito semiclandestino, il 95,7% dei votanti si espresse in senso favorevole all'Enosis, cioè all'unione alla Grecia (13 gennaio 1951). L'atteggiamento dell'Inghilterra di fronte a tale movimento fu, in quel periodo, di assoluta intransigenza nel respingere qualsiasi proposta che ponesse in questione la sua sovranità. Un atteggiamento analogo assunse il governo turco, il quale, eventualmente, esigeva il ritorno dell'isola alla Turchia. Il governo ellenico, dopo aver respinto il nuovo progetto inglese di costituzione - il quale, pur offrendo una certa autonomia interna, escludeva per il presente e per il futuro qualsiasi mutamento di sovranità, - si appellò alle Nazioni Unite, invocando il principio dell'autodeterminazione. Conseguenza di questo fallito ricorso (l'Assemblea Generale deliberò infatti l'aggiornamento del dibattito ad un momento più opportuno) e dell'insuccesso di ogni tentativo di componimento amichevole fu l'inizio dell'azione terroristica (1° aprile 1955) condotta dall'organizzazione EOKA, capeggiata dal colonnello Grivas. Conclusasi negativamente la conferenza tripartita anglo-greco-turca, aperta in Londra il 29 agosto 1955, ed acuitasi la tensione interna, il governatore J. Harding prese misure eccezionali di sicurezza. Dopo che le N. U. ebbero nuovamente deciso di non discutere la questione, la Gran Bretagna ammise, per la prima volta, in una comunicazione ufficiale a Makarios (2 novembre 1955), il diritto di autodeterminazione, pur non ritenendolo attuabile nella situazione presente. I contatti che ebbero luogo successivamente, all'inizio del 1956, tra Makarios e il governatore ebbero come risultato la deportazione dell'arcivescovo alle Isole Seicelle (9 marzo 1956), sotto l'accusa di aver promosso l'attività terroristica. Il progetto Radcliffe, esposto ai Comuni il 18 dicembre, venne accettato con riserve dai Turchi e respinto invece dai Greco-Ciprioti e dal governo di Atene, insoddisfatti soprattutto per l'eccessivo potere lasciato al governatore per la mancanza di un esplicito riferimento al diritto di autodecisione. Intervenne a sbloccare momentaneamente la situazione la risoluzione delle N. U. (26 febbraio 1957), auspicante la ripresa dei negoziati tra le parti interessate. Ne furono effetti: il rilascio di Makarios, una breve sospensione della lotta partigiana, così come l'attenuazione delle misure inglesi di sicurezza. I negoziati che seguirono, nei quali il governo britannico si mostrò gradualmente più conciliante verso le rivendicazioni greche, urtarono però nell'intransigente richiesta di spartizione da parte della Turchia e nella sua opposizione ad ogni concessione di autonomia che potesse anche lontanamente preludere all'unione dell'isola alla Grecia. In stretta derivazione dal progetto MacMillan di costituzione, esposto ai Comuni il 19 giugno 1958, che prevedeva una sistemazione internazionale della questione, si pone il tentativo di mediazione compiuto dalla NATO. Makarios, premettendo che il problema doveva essere risolto solo mediante negoziati anglo-ciprioti, formulava il 27 settembre 1958, in una comunicazione ufficiale al governo britannico, la proposta di accordare all'isola, dopo un periodo di autogoverno, l'indipendenza garantita dalle Nazioni Unite. È sulla base di queste proposte che Greci e Turchi iniziarono a Zurigo i colloqui che condussero all'accordo di Londra (19 febbraio 1959). In virtù di tale accordo, reso possibile dalla rinuncia da parte greca all'Enosis e da parte turca alla spartizione, l'isola ha ottenuto l'indipendenza il 16 agosto 1960. La nuova repubblica dovrà concludere trattati di alleanza difensiva con la Grecia, la Turchia e il Regno Unito, e dovrà ospitare le basi militari di Akrotiri e Dhekelia, che rimarranno sotto la piena sovranità britannica. L'eventuale adesione al Commonwealth sarà decisa mediante referendum popolare. In data 16 agosto è entrata in vigore la nuova costituzione redatta sulla falsariga dell'accordo di Zurigo, e che fra l'altro è intesa a salvaguardare i diritti della minoranza turca.
Per essa lo Stato di C. è una repubblica a regime presidenziale, il cui presidente è un greco e il vicepresidente un turco, rispettivamente eletti dalle comunità greca e turca dell'isola a suffragio universale. Le lingue ufficiali della repubblica saranno il greco e il turco. La repubblica avrà una propria bandiera di colore e disegno neutri. Le autorità e le comunità avranno la facoltà di esporre, nei giorni festivi, le bandiere greca e turca assieme alla bandiera di Cipro. Le comunità greca e turca avranno il diritto di celebrare le feste nazionali greche e turche. Il presidente e il vicepresidente saranno eletti per un periodo di cinque anni. Il potere esecutivo sarà assicurato dal presidente e dal vicepresidente. Per far ciò essi avranno un consiglio di ministri composto di 7 ministri greci e 3 ministri turchi. I ministri saranno designati rispettivamente dal presidente e dal vicepresidente, che li nomineranno con un atto firmato in comune. Il potere legislativo sarà esercitato da una Camera dei rappresentanti eletta, per un periodo di cinque anni, a suffragio universale (per ogni comunità separatamente, nella proporzione del 70% per la comunità greca e del 30% per la comunità turca). La Camera dei rappresentanti sarà competente per tutte le questioni, salvo quelle riservate espressamente alle Camere comunali. In caso di conflitto di competenza, tale conflitto sarà definito dalla Corte suprema costituzionale, che sarà composta da un Greco, un Turco e un neutrale, nominati congiuntamente dal presidente e dal vicepresidente. La Corte sarà presieduta dal giudice neutrale. Ciascuna comunità avrà una sua Camera comunale composta da un numero di rappresentanti fissato da essa stessa. Le Camere comunali avranno il diritto di imporre tasse e diritti personali ai membri delle loro comunità, per sopperire ai loro bisogni come pure ai bisogni delle opere e delle istituzioni di cui incombe loro il controllo. Le Camere comunali saranno competenti per tutte le questioni religiose, educative, culturali e d'insegnamento, come pure per lo statuto personale. Esse saranno ugualmente competenti per le questioni in cui gli interessi e le istituzioni sono di natura puramente comunali. L'amministrazione sarà composta nella percentuale del 70% di Greci e del 30% di Turchi. I capi e sottocapi delle forze armate, delle forze di gendarmeria e della polizia saranno nominati di comune accordo dal presidente e dal vicepresidente della Repubblica. Uno dei capi sarà turco e, dove il capo apparterrà a una delle comunità, il sottocapo dovrà appartenere all'altra. Il servizio militare obbligatorio non potrà essere istituito che dopo accordo del presidente e del vicepresidente della Repubblica. C. avrà un esercito di 2000 uomini, di cui il 60% saranno greci e il 40% turchi. Le forze di sicurezza (gendarmeria e polizia) avranno un contingente di 2000 uomini, che potrà essere diminuito o aumentato dopo comune accordo del presidente e del vicepresidente. Le forze di sicurezza saranno composte per il 70% di Greci e per il 30% di Turchi. Sarà istituita un'Alta corte di giustizia, composta da due Greci, un Turco e un neutrale, nominati congiuntamente dal presidente e dal vicepresidente della Repubblica. La Corte sarà presieduta dal giudice neutrale, che disporrà di due voti. Tale Corte costituirà il Consiglio superiore della magistratura (nomine, avanzamenti dei giudici, ecc.). In caso di riforma agraria, le terre non potranno essere distribuite che a persone appartenenti alla stessa comunità cui appartiene il proprietario espropriato. I governi greco e turco avranno il diritto di sovvenzionare le istituzioni scolastiche, culturali, sportive e le opere di beneficenza appartenenti alle rispettive comunità. Uno dei seguenti ministeri: Affari esteri, Difesa, Finanze, sarà affidato a un turco. Se il presidente e il vicepresidente sono d'accordo, essi potranno sostituire a questo sistema un sistema di rotazione.
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