CASTRO, Cipriano
Presidente del Venezuela, nato il 14 ottobre 1858 a Capacho (Táchira), morto il 5 dicembre 1924 a San Juan (Portorico). Nel luglio del 1899, messosi alla testa di un moto rivoluzionario, costrinse il presidente in carica, generale Andrade, a ritirarsi, e usurpò il potere. Proprio al principio della sua presidenza (ottobre 1899) si ebbe la sentenza arbitrale che risolvette a favore del Venezuela la questione del confine tra quello stato e l'Inghilterra; e ciò giovò al suo prestigio. Del resto, il suo governo, caratterizzato da un eguale disprezzo delle leggi interne e delle convenzioni internazionali, fu sempre travagliato dalla guerra civile e da gravi attriti con varî stati. Una questione con una società americana per l'asfalto e un'altra con una società ferroviaria tedesca avendo provocato il blocco dei porti del Venezuela, effettuato da navi inglesi, italiane e tedesche (inverno 1902-1903), il C., invocando la dottrina di Monroe, chiese l'appoggio degli Stati Uniti; ma il presidente Roosevelt, designato come arbitro, declinò l'incarico; e così la vertenza fu sottoposta al tribunale arbitrale dell'Aia, il quale si pronunciò (1904) contro il Venezuela. Nuove questioni con la Francia provocarono poi la rottura dei rapporti diplomatici tra i due stati, e un'altra con l'Olanda finì con la distruzione della piccola flotta del Venezuela e con il blocco dei suoi porti (1908). Nello stesso anno il C., che si era recato in Europa per ragioni di salute, fu, in seguito a un moto rivoluzionario, deposto. Pare che nei primi anni dell'esilio egli abbia fatto parecchi tentativi, riusciti vani, per tornare al potere.
Bibl.: Ch. W. S. Robertson, History of the Latin-American Nations, New York 1922.