Del Duca, Cino (propr. Pacifico)
Editore e produttore cinematografico, naturalizzato francese, nato a Montedinove (Ascoli Piceno) il 25 luglio 1899 e morto a Milano il 24 maggio 1967. Negli anni Cinquanta e al principio dei Sessanta permise la realizzazione di alcuni importanti film d'autore, firmati, tra gli altri, da Marcel Carné, Jacques Becker, Claude Autant-Lara in Francia, da Pier Paolo Pasolini e Michelangelo Antonioni in Italia. Tuttavia, poiché era interessato a conquistare il grande pubblico, impose talvolta una logica commerciale particolarmente attenta ai gusti popolari. Questa attenzione gli derivò anche da una vivace e parallela attività editoriale nel campo della narrativa e della pubblicistica di evasione e di largo consumo.
Dopo gli studi ad Ancona, rimasti incompiuti per motivi economici, D. D. iniziò a lavorare come facchino e piazzista di libri. Fondò la sua prima casa editrice, la Moderna, a Milano nel 1929 e, negli anni Trenta, diede vita a giornali per ragazzi di grande successo, come "Il monello" e "L'intrepido". Nel 1932, preso di mira dal regime fascista per la sua militanza socialista, si trasferì in Francia, dove proseguì l'attività editoriale e dove, durante la guerra, prese parte alla Resistenza. Negli anni Cinquanta e Sessanta si affermò come uno dei principali editori di stampa rosa e di evasione, sia in Francia sia in Italia, pubblicando narrativa e diversi periodici, tra i quali "Grand hôtel" e il francese "Nous deux", con i quali vennero gettate le basi per la moda a venire del fotoromanzo; si occupò anche di stampa quotidiana: nel 1956 fu tra i fondatori del milanese "Il giorno" e, dopo aver ottenuto la cittadinanza francese nel 1957, rilevò il "Franc-tireur" che, trasformato in un giornale più popolare con l'introduzione di fumetti e feuilleton, prese dapprima il nome di "Paris-journal" e poi, nel 1959, quello di "Paris-jour".
La sua attività di produttore cinematografico risale al 1953, quando fondò a Roma la Cino Del Duca produzioni cinematografiche europee, con una consociata a Parigi, la Del Duca films. Nel 1954 propose a Becker di realizzare un film, Touchez pas au grisbi (Grisbi) tratto dal romanzo omonimo, da lui stesso pubblicato, di Albert Simonin, il quale fu chiamato a collaborare alla sceneggiatura. Nello stesso anno D. D. offrì a Carné l'opportunità di girare un film e quindi il regista scrisse, assieme a Jacques Viot, una vicenda ambientata nel mondo della boxe. D. D., letto il trattamento, pretese che fosse aggiunta una storia d'amore e poiché Viot non volle accettare, quest'ultimo si fece da parte e la sceneggiatura fu affidata a Jacques Sigurd. Ne derivò L'air de Paris (Aria di Parigi), che, a parere dello stesso regista, fu un'opera divisa in due, ben riuscita nel ritratto dell'ambiente del pugilato, ma "da buttare" (cit. in R. Nepoti, Marcel Carné, 1980, p. 85) nella parte sentimentale. Il film ebbe scarso successo commerciale, no-nostante la Coppa Volpi per il migliore attore a Venezia assegnata a Jean Gabin. Ancora nel 1954 D. D. produs-se L'amante di Paride, peplum diretto da Marc Allégret, interpretato da Hedy Lamarr e sceneggiato da Roger Vadim che per l'occasione firmò con il suo vero nome, Vadim Plemiannikov. Michèle Morgan e Yves Montand furono i protagonisti dell'ambizioso Marguerite de la nuit (1956; Margherita della notte), diretto da Autant-Lara, una versione ambientata negli anni Venti del mito di Faust, che non ripagò completamente D. D. degli sforzi intrapresi. Tanto che nel 1956 produsse il meno impegnativo L'homme aux clés d'or (L'uomo dalle chiavi d'oro), diretto da Léo Joannon, intreccio accattivante interpretato da Pierre Fresnay e Annie Girardot.In Italia D. D. si distinse per il sostegno dato al cinema d'autore; nel 1960, infatti, fu tra i produttori che consentirono ad Antonioni di portare a termine le travagliate riprese di L'avventura, trionfatore al Festival di Cannes, dove vinse il Premio speciale della giuria. Sempre al 1960 risale Il bell'Antonio, diretto da Mauro Bolognini e sceneggiato da Pasolini e Gino Visentini, dall'omonimo romanzo di V. Brancati, con Marcello Mastroianni e Claudia Cardinale. L'anno seguente, dopo aver fondato la Cino Del Duca films (la sua prima casa di produzione sarebbe stata liquidata nel 1962), continuò la sua opera di sperimentazione produttiva finanziando, assieme ad Alfredo Bini, il discusso capolavoro di Pasolini, Accattone, di cui curò anche la distribuzione.