CINEPLASTICA (dal gr. κίνημα "movimento" e πλαστικός "plastico"; sinonimi: amputazione cineplastica, amputazione cinematica, cinematizzazione del moncone, vitalizzazione dell'arto artificiale)
Si chiama così, in ortopedia, il metodo d'amputazione (v.) che ottiene nel moncone i motori plastici, cioè i punti d'attacco per tiranti o lacci che trasmettono la contrazione muscolare volontaria all'arto artificiale. Fu ideato da Giuliano Vanghetti, medico d' Empoli, nel 1896, quando il governo italiano s' accingeva a mandare in Eritrea un ortopedico per adattare mani artificiali agli ascari mutilati durante la prigionia. Il metodo saggiato sugli animali e perfezionato dall'autore in lunghi anni di studio, fu sperimentato sull'uomo nel 1900 da A. Ceci, clinico chirurgo di Pisa. Nel decennio successivo alla pubblicazione del Ceci (1905) poche furono le applicazioni della cineplastica ed esclusivamente per parte di chirurghi italiani e tedeschi; furono assai più numerose nel corso dell'ultima guerra.
I motori plastici possono essere, sullo stesso moncone, unici o multipli, ad azione unidirezionale o alternata, e di forme diverse fra cui le principali sono quelle della clava, dell'ansa, del canale. Il motore può essere preparato all'atto stesso dell'amputazione o su moncone già costituito. Talvolta il moncone fornisce naturalmente condizioni favorevoli all'utilizzazione dei movimenti residui, così, p. es., i movimenti di pronazione e supinazione di un moncone d'avambraccio possono essere trasformati in movimenti d'apertura e chiusura delle dita della mano. Il motore a clava è schematicamente costituito da un nucleo centrale (quasi sempre un segmento osseo) cui fa capo un muscolo o tendine: l'ansa è spesso formata da un tendine ripiegato su sé stesso o unito ad altro per formare un occhiello rivestito di pelle: il canale, o tunnel, perfora una massa muscolare ed è destinato a contenere uno stiletto rigido cui fan capo i lacci o corde che vanno all'arto artificiale. I motori, interamente rivestiti di pelle normale, debbono possedere una resistenza sufficiente alle trazioni che su essi esercitano i lacci o tiranti. Il rendimento cinetico del motore plastico dipende dal modo con cui le sue energie saranno utilizzate e quindi dalla perfezione della protesi cinematica.
La cineplastica dell'arto superiore ha più frequenti e più efficaci applicazioni; è specialmente indicata in individui di sesso maschile, fra i 18 e i 40 anni, che abbiano possibilità d'applicarsi a lavori non richiedenti forte dispendio d'energia fisica.
Bibl.: G. Vanghetti, Plastica e protesi cinematiche, Empoli 1906; id., Vitalizzazione delle membra artificiali, Milano 1916; V. Putti, Plastiche e protesi cinematiche, Bologna 1917; F. Sauerbruch, G. Ruge, W. Felix, A. Stadler, Die willkürlich bewegbare künstliche Hand, Berlino 1916; A. Pellegrini, Amputazioni cineplastiche, Torino 1919-1924.