cineclubistico
agg. Da cineclub, tipico dei cineclub.
• «Il bello del cinema è che tutto cambia continuamente ma anche che niente mai muore. È ridicolo pretendere di possedere la ricetta sicura per piacere. Ricordiamo un articolo uscito sul “Corriere della Sera” la scorsa estate, di Pierluigi Battista, che esultava per la morte di [Michelangelo] Antonioni e [Ingmar] Bergman e con loro della cultura cineclubistica “noiosa”. Sarebbe anche assurdo, naturalmente, che tutti si mettessero in testa di fare soltanto film impegnati. Bisognerebbe abolire il concetto “la gente vuole”. Nessuno lo sa. Ci vuole intuito, pazienza, passione, tenacia. E rischio» (Francesca Cima e Nicola Giuliano intervistati da Paolo D’Agostini, Repubblica, 30 giugno 2008, p. 36, Spettacoli) • Sono passati 90 anni dalla prima proiezione della «Corazzata Potëmkin» di Sergei M. Eisenstein, 40 dalla celebre battuta del rag. Ugo Fantozzi, al termine dell’ennesima proiezione coatta: «Per me La corazzata Potëmkin è una cagata pazzesca». Nel tempo, quella lapidazione cineclubistica (il film di Eisenstein non la meritava, ma qui sta il bello) è diventata una sorta di grido di liberazione contro la cultura del dibattito, la giusta vendetta contro le prescrizioni intellettualistiche, ma anche tante altre cose. (Aldo Grasso, Corriere della sera, 3 gennaio 2016, p. 1, Prima pagina).
- Derivato dal s. m. inv. cineclub con l’aggiunta del suffisso -istico.
- Già attestato nell’Unità del 13 dicembre 1967, p. 9, Spettacoli.