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CIMITILE

di V. Sampaolo - Enciclopedia dell' Arte Antica (1994)
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CIMITILE (v. vol. V, p. 538, s.v. Nola)

V. Sampaolo

L'indizio di un uso pagano dell'area della necropoli di C. continua a essere costituito esclusivamente dalla presenza dei sarcofagi con il mito di Endimione. Vi si riconoscono i nuclei di tre complessi sepolcrali: uno costituito da otto mausolei disposti in successione da Ν a S e con ingresso a E, che sembra segnare il limite occidentale della necropoli; un secondo a S della basilica di S. Felice e in parte sottoposto alla medievale basilichetta dei Ss. Martiri; il terzo, sviluppatosi intorno alla tomba di S. Felice, in direzione E-O.

L'analisi delle pitture si è soffermata soprattutto sul gruppo dei mausolei 10-14. Essi si aprivano a S con facciate a timpano e semicolonne; l'interno, talvolta dotato di arcosoli, era ornato di pitture, in due casi (13 e 14) con temi figurati, negli altri, con motivi floreali o imitazioni di lastre di marmi policromi (11) eseguite con eccezionale cura. La scelta dei temi veterotestamentari, che nell'ambiente 14 si susseguivano in 27 scene - se ne conservano solo 13 quadri - disposte su due registri (41 se i registri erano tre, ma mancano indizi certi per affermarlo), deriva chiaramente dalle indicazioni di una persona teologicamente preparata. Motivi stilistici, iconografici e considerazioni di carattere topografico hanno indotto a proporre la datazione di questo mausoleo tra la fine del IV e gli inizi del V sec., e poiché i temi trattati possono essere collegati direttamente agli scritti di Paolino, è possibile pensare a una partecipazione diretta del Santo alla loro scelta.

Nuove considerazioni condotte anche sui resti pittorici presenti sulla parete S dell'aula della Basilica di S. Felice, con rappresentazione delle mura di una città, hanno portato a riconoscere in essi i resti delle scene del Nuovo Testamento (di cui Paolino parla nei Carmina XXVII e XXVIII) eseguite intorno al 401-403 nella basilica sorta proprio sulla tomba di Felice, e poi in parte coperte dai mosaici databili, per motivi epigrafici e storici, alla prima metà del VI sec. anziché agli inizi del V come era stato finora sostenuto.

I risultati, ancora inediti, delle indagini di scavo condotte tra il 1988 e il 1989 in tutta l'area del complesso basilicale, hanno notevolmente arricchito i dati sull'estensione, la funzione e le caratteristiche delle singole basiliche, utilizzate intensamente fino a tutto il VII-VIII sec. d.C. come aree cimiteriali.

Bibl.: J. Engemann, Zu den Apsis-Tituli des Paulinus von Nola, in JbAChr, XVII, 1974, pp. 21-46; F. Gerke, Spätantike und frühes Christentum, Baden- Baden 1976; A. Prandi (ed.), L'Art dans l'Italie méridionale. Aggiornamento all'opera di E. Bertaux, Parigi-Roma 1978, passim·, L. Pani Ermini, Testimonianze monumentali di Paolino a Nola, in Atti del Convegno per il XXXI cinquantenario della morte di S. Paolino di Nola (431-1981), Nola 1981, Roma 1982, pp. 161-181; P. Testini, Note per servire allo studio del Complesso Paleocristiano di S. Felice a Cimitile (Nola), in MEFRA, XCVII, 1985, p. 348 ss.; D. Korol, Die frühchristlichen Wandmalereien aus den Grabbauten in Cimitile/Nola (JbAChr, Suppl. XIII), Münster 1987; id., Zu den gemalten Architekturdarstellungen des NT-Zyklus und der Mosaikausstattung der «aula» über den Gräbern von Felix und Paulinus in Cimitile/Nola, in JbAChr, XXX, 1987, p. 156 ss.

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