CIMASA (κυμάτιον "piccola onda"; cymatium, cyma)
È l'elemento terminale della cornice al di sopra del gocciolatoio, che nel frontone del tempio greco e romano assume la funzione pratica di convogliare le acque lungo la pendenza ed evitare che trabocchino, e quella estetica di definire, come coronamento, il passaggio dalla massa dell'edificio al cielo. In origine è strettamente legata al sistema di copertura e viene quindi eseguita in argilla, la stessa materia delle tegole, più tardi anche in pietra o in marmo. In genere si ferma al frontone con un breve risvolto sul lato lungo, come nel Partenone; se corre anche sul frontone assume la funzione di gronda (v.) o sima (v.).
Come risulta dal nome greco, la c. è una modanatura curva e sporgente, a forma di "gola": quando sporge la parte concava - normalmente in alto - ha nome cyma recta; quando sporge quella convessa ha nome cyma reversa. La sua origine lontana in connessione con la copertura si ritrova sin nelle costruzioni civili dell'Egitto dove ha forma di guscio e listello (stele di Neferyu nel Metropolitan Museum di New York). Mentre nel tempio di Demetra ad Agrigento la c. consta di una gola e di un listello senza ornati, le c. del tempio enneastilo di Paestum e dell'Athenaion di Siracusa erano fittili ed ornate con motivi derivanti dalla stilizzazione della greca e di foglie cuoriformi; nel tempio di Selinunte le c. erano costituite da elementi a traforo a palmette stilizzate legate da nastri. Nell'architettura romana si trovano di regola c. della stessa sagoma ornate di palmette a rilievo, spesso assai ricche, come nel tempio di Adriano a Roma o in quello di Bacco a Baalbek.
Bibl.: C. Uhde, Die Konstruktionen und Kunstformen in Altertum, Berlino 1902-1911; P. Marconi, Agrigento, Agrigento 1929; A. Della Seta, Italia antica, Bergamo 1928 (con bibl. per i singoli esempî della Magna Grecia); W. B. Dinsmoor, The Architecture of Anc. Greece, Londra 1950, passim.