CILI, Adriano, detto Adriano Fiammingo
Fu pittore di paesaggio ed ottenne una certa fama nella Firenze del Seicento; ma la sua personalità è ancora tutta da definire. Il documento di immatricolazione all'Accademia del disegno del 4 marzo 1600 indica che poteva essere originario di Celles, Cielle o Seilles nel Belgio: "Adriano di Pietro Cili fiammingho. Pittore appresso a m. lodovicho Cigholi..." (Arch. di Stato di Firenze, Accademia del disegno, n. 57, Debitori e creditori delle matricole 1594-1627, p.85; ulteriori pagamenti sono registrati il 9 ag. 1602 e il 20 marzo 1609). Il C. compare nei documenti dell'Accademia ancora il 14 giugno 1614;e il 23 marzo 1616 (ibid., n. 103 Entrata e uscita, pp. 49, 52), nel 1618 (ibid., n. 124, Libro di tasse 1610-1627, pp. 135, 171), e il 15 febbr. 1643 (ibid., n. 59, Entrata e uscita, p. 17). Sono ancora da definire i rapporti del C. Con L. Cardi, del quale non si sa se il C. fu allievo, aiuto o collaboratore (M. Chappell, L. Cigoli, tesi, University of North Carolina, Chapel Hill, N. C., 1971, pp.168 s.); certo è che il C. creò uno stile, nella pittura di paesaggio, che ebbe grande influenza sui pittori fiorentini del Seicento e in particolare su Cristofano Allori. Secondo il Baldinucci l'Allori "fece... a olio alcuni Paesi bellissimi [ora perduti] per la casa degl'Jacopi, accostandosi alla maniera di Adriano fiammingo, che allora era molto seguitata in Firenze, secondo la quale operarono ancora Valerio Marucelli, Guasparri, Falgani suo Discepolo, poi Benedetto Boschi ed altri". Il rapporto tra il C. e l'Allori è stato studiato dal Chiarini che ha identificato due disegni del primo conservati agli Uffizi (gesso nero e rosso, nn. 682 P e 684 P). Il disegno di un ponte (684 P) firmato, mostra uno stile chiaramente fiammingo per l'indicazione della profondità attraverso uno spazio scenico incorniciato da numerose quinte di formazioni irregolari di roccia, alberi contorti e pittoreschi, e formazioni vegetali lussureggianti tutte definite da una pesante linea ondulata. Lo stile del C. è paragonabile a quello di P. Brill anche se più florido e complesso'nei suoi elementi compositivi.
Attualmente non esistono opere pittoriche assegnabili al C., ma il suo stile è probabilmente riconoscibile negli sfondi di alcune pitture del Cigoli. La collaborazione tra i due è infatti documentata in un inventario del 1624 di Poggio Imperiale: "Sei quadri [ora perduti] lunghi braccia 2 1/4 e larghi braccia 3 in circha... dipinto in su la tela paesi e storie, di mano di Adriano e le figure del Cigoli" (Arch. di Stato di Firenze, Guardaroba mediceo, ms. 479, p. 23). Esempi di questa collaborazione del C. con il Cardi sono probabilmente i ricchi sfondi, dipinti minutamente con luminosi verdi e azzurri, del S. Giovanni Gualberto (Firenze, S. Maria Maggiore) o del S. Francescoin preghiera e S. Maria Maddalena del 1605 (Firenze, palazzo Pitti). Con queste opere del Cigoli, infatti, sono confrontabili gli sfondi dei quadri dell'Allori e quindi essi possono riflettere gli influssi del C. sull'Allori di cui parlava il Baldinucci (M. Chappell, C. Allori's Depictions of St. Francis, in The Burlington Magazine, CXVIII [1971], p. 451).
Bibl.: F. Baldinucci, Notizie de' professori del disegno, XII, Firenze 1772, p. 21; D. E. Colnaghi, A Dictionary of Florentine painters, London 1928, pp. 10, 72; M. Chiarini, Idisegni italiani di paesaggio dal 1600 al 1750, Treviso 1972, p. 12; Mostra di disegni ital. di Paesaggio del Seicento e del Settecento (catal.), Firenze 1973, n. 26, fig.20.