Genere (Cygnus) di Uccelli Anseriformi Anatidi di grande statura. L’adulto è bianco, il giovane cenerognolo, l’ala è lunga circa 55 cm. Nidificano a terra; emigrano in stormi a forma di cuneo. Mancano ai tropici, sono comuni soprattutto nelle regioni temperate e fredde dell’emisfero boreale. In Italia sono osservabili il c. selvatico (C. cygnus; fig. A), il c. reale (C. olor; fig. B) e il c. minore (C. bewickii; fig. C). Il c. selvatico emette un suono flautato durante il volo, il c. reale è silenzioso. Si cibano di insetti e molluschi. Il c. nero (C. atratus) è una specie propria dell’Australia, dal piumaggio nero brunastro quasi uniforme su cui spicca il bianco acceso delle remiganti.
Nel mito più di un personaggio è mutato in c. (➔ Cicno). Zeus, in forma di c., possiede Nemesi, dopo che questa si è mutata in oca selvatica, e si trasforma nuovamente in c. per congiungersi con Leda.
Celebrato dagli antichi come uccello canoro consacrato ad Apollo, secondo una tradizione che risale a Platone, il c. intona prima di morire il suo canto più bello.
Costellazione del cielo boreale (lat. scient. Cygnus), che si estende in piena Via Lattea tra l’Aquila e la Lira, ben distinguibile a occhio nudo per 5 belle stelle a forma di croce latina (4 ai vertici e una al centro), da cui anche il nome popolare di Croce del Cigno.
Hanno radiante nella costellazione del Cigno le Cignidi, sciame di stelle cadenti, generalmente visibili intorno alla metà di gennaio.