CIGNA SANTI, Vittorio Amedeo
Poeta ed erudito torinese del quale si hanno scarse notizie biografiche.
Anche le date di nascita e morte sono incerte. Secondo alcune fonti, egli nacque nel 1725 e morì nel 1785. Ma nella Memoria sopra il sistema del cav. M. Rangone intorno all'origine della R. Casa di Savoia (Torino, Bibl. Reale, Miscell. 132, 1), composto dopo la morte del Rangone, avvenuta l'8 sett. 1795, il C. si dice coetaneo dell'amico, deceduto "in età di 65 o 66 anni" (questi mori invece di sessantuno anni, essendo nato ad Alba nel 1734). Si dovrebbe quindi collocare la sua na.scita intorno al 1730. Nello stesso manoscritto il C., sicuramente di origini borghesi, scrisse di risiedere per lo più "in villa" a Poirino, non lungi da Torino, dove i Santi erano stati nel Medioevo una delle famiglie eminenti. Si potrebbe ipotizzare questa origine.
L'esordio letterario del C. avvenne con versi d'occasione. Il Vallauri ricorda, con altri successivi, che nel 1748 furono stampate a Torino una sua egloga nelle Rime nel ritorno da Roma dal prendere il cappello cardinalizio del card. V. A. Delle Lanze;una canzone anacreontica nei Poetici componimenti a mons. I. Della Chiesa;un capitolo e due sonetti nelle Poesie diverse per la traslazione del corpo di s. Teodoro. Dalla stagione 1754-55 fu il principale librettista del teatro Regio di Torino; nel 1777 venne nominato "Poeta della Società" dei Cavalieri; fu autore di dieci libretti, e inoltre ritoccò e adattò moltissimi altri. In Poesie per musica (Torino 1760) il C. raccolse le composizioni degli ultimi cinque anni stese per uso dei teatro Regio.
Il volume, che è dedicato al marchese Angelo C. Isnardi de Castello, reca le insegne della milanese Accademia dei Trasformati, della quale il C. fu accademico, così come dell'Arcadia. Ivi inserite, dedicate a sovrani e principi sabaudi, spagnoli e portoghesi, sono serenate per musica (Ercole sul Tago), cantate (Amore e Psiche, Arianna e Bacco), componimenti drammatici (La gara delle Muse, La pace trala Virtù e la Fortuna)e drammi per: musica (Andromeda [musica di G. Cocchi, stag. 1754-55], Enea nel Lazio [musica di T. Traetta, stag. 1759-60]). Di quest'ultimo viene fatta lusinghiera menzione dal Metastasio in una lettera a T. Filipponi, segretario dell'Ateneo torinese, del 27 febbr. 1760. Il C. scrisse quindi l'Ifigenia in Aulide (stag. 1761-62), tragedia cantabile, musicata da F. Bertoni, e il dramma per musica Montezuma (musica di G. F. De Majo, stag. 1764-65 e, musicato altre quattro volte), entrambi, con l'Enea nel Lazio, inseriti nella Bibliotecateatrale italiana (Lucca 1761-65) dal lucchese O. Diodati. Seguirono, in un'accentuata ricerca d'ambientazione esotica, Mitridate re di Ponto, musicato da C., Gasparini, stag. 1766-67, e poi dal giovane W. A. Mozart per il teatroRegio Ducale di Milano, dicembre 1770; la favola pastorale Issea (aprile 1771), musicata dal primo violino della r. cappella Gaetano Pugnani, replicata a Londra nel 1773 col titolo Apollo e Issea; Tanas Koulikan (stag. 1771-72), un lungo melodranuna musicato ancora dal Pugnani; Alcina e Ruggero (stag. 1774-75) con musica di Felice Alessandri. Precedentemente il C. aveva pubblicato una traduzione da Seneca, Opuscoli tre morali (Torino 1770).
Le fiorentine Novelle letterarie annunziarono l'Alcina e Ruggero, rappresentato al Regio di Torino il 17 marzo 1775. come l'opera di un "bravo poeta", cui l'argomento, tratto dall'Orlando furioso, "ha dato tutto il comodo di arricchire lo spettacolo con la magnificenza degli apparati e con la varietà delle macchine, introducendo anche dei cori, che abbelliscono la festa e moltiplicano i diletti dell'udito", pur senza scostarsi dalla ragione poetica per servire solo al meraviglioso. La premessa del C. difende tale "spezie di spettacolo che, anziché venir condannata da alcuni troppo severi critici, meriterebbe d'essere alla sua perfezione ridotta" (p. 111). Il melodramma, dal Metastasio elevato a sontuosa incarnazione del sentimento musicale e idillico dell'Arcadia, appare comunque nel C. una stanca e farraginosa esercitazione retorica. A fronte di quelli dello Zeno e del Metastasio, il Napoli Signorelli giudicò i testi del C. e del livornese M. Coltellini poveri d'invenzione e sbiaditi.
Per il resto della vita il C. non risulta essersi cimentato nella stesura di altri libretti (per gli adattamenti di libretti altrui cfr. Bouquet). Il 17 marzo 1785 rassegnò le dimissioni, essendo stato nominato dal re "istoriografo del supremo Ordine della Sma Annunziata" (ibid., p. 417 n. 7). Nel clima di moderato rinnovamento culturale promosso dalla Sampaolina e dalla Patria Società letteraria (1782), e contrassegnato dal fiorire di un'erudizione: storica d'ispirazione muratoriana, egli sembra volgere tutto a interessi antiquari. e genealogici, non comparendo, tuttavia, in rapporto con gl'intelletti più vivaci della, capitale.
Nel'1786 il C. pubblicò la Serie cronologica de' cavalieri dell'Ordine supremo di Savoia... (Torino 1786).
L'esemplare della Bibl. Reale di Torino presenta una dedica autografa al Vernazza ("Amicus ad amicum"). Il C. appare vicino a personaggi di rigida ortodossia dinastica e di orientamento conservatore come il Berta e il Rangone, consigliere di Stato incaricato nell'81 di compiere approfondite ricerche per confermare la discendenza sassone della dinastia sabauda, fondata sull'interpretazione della cronaca di Ditmaro ma negata dal Muratori. I risultati obiettivi a suffragio della tesi del Rangone furono ben scarsi (Arch. di Stato di Torino, Storia della R. Casa, I, m. 2 e 3). Comunque il C. (Memoria)l'appoggiò totalmente, anzi collaborò con l'amico a stendere i materiali accumulati in una compilazione rimasta incompiuta (dovrebbe trattarsi del ms. della Bibl. Reale, Miscell. Storia patria 64, Memorie storiche intorno all'origine di Beroldo di Sassonia).
La data di morte del C., posteriore al 1795, non è conosciuta. Nel Liber mortuorum di Poirino non è registrata.
Fonti e Bibl.: Manoscritti del C. di argomento erudito-genealogico sono conservati presso la Bibl. Reale di Torino (Misc. 132, Cigna Santi; Misc. Vern. 78.6; Misc. Storia patria 521, 660, 667, 668, 719 ecc.). La lett. del Metastasio è in Tutte, le opere, a c. di B. Brunelli, Milano 1954, p. 132. Sul C. cfr.: Novelle letter. di Firenze, n. s., VI (1775), coll. 173 ss.; P. Napoli Signorelli, Storia critica dei teatri, VI, Napoli 1813, pp. 283 s.; T. Vallauri. Storia della poesia in Piemonte, II, Torino 1841, p. 348; G. Casalis, Dizion. geogr., stor., stat. ... degli Stati di S. M. il re di Sardegna, XXII, Torino 1852, p. 939; A. Bertolotti, G. Pugnani e altri musici alla corte di Torino..., in Gazz. musicale di Milano, XLVI (1891), n. 22; C. Calcaterra, Ilnostro imminente Risorgimento, Torino 1935, pp. 579, 619; G. Natali, IlSettecento, II, Milano 1964, p. 155; Storia del Teatro Regio di Torino, I, M.-Th. Bouquet, Il teatro di corte..., Torino 1976, ad Ind.; Encicl. dello Spettacolo, III, col. 748 (ivi elenco completo dei compositori che hanno musicato i libretti del Cigna Santi).