CIDONIA (Κυδωνία, Cydonâa)
Antica città di Creta, la terza per importanza delle città cretesi di età classica, dopo Cnosso e Gortina; era situata sulla costa settentrionale dell'isola, a 80 stadî da Aptera, nella posizione occupata attualmente dalla Canea, nel medesimo punto dove esisteva una città fino dall'ultimo periodo miceneo, come dimostrano le numerose tombe con suppellettili di tale periodo rinvenute entro a questa; i tuttavia la popolazione del suo territorio, i Cidonî, è nominata come una delle popolazioni primitive di Creta distinte da tutte le altre nel famoso verso dell'Odissea (III, 291), ove accanto ai Cidonî si menzionano i vari ceppi ellenici e gli eteocretesi. Una leggenda ne attribuisce la fondazione a Minosse, mentre un'altra ne fa fondatore un eroe Cidone, che sarebbe figlio di Ermete, o di Apollo, e di Acacallis, figlia di Minosse (v. l'eroe Cidone nelle monete dell'isola).
Il suo ricco territorio (dalla città ha preso nome il cotogno) era però anche il più esposto alle invasioni straniere; nel 524 a. C. i Samî ribelli contro il tiranno Policrate ed esuli dalla patria vi si stanziarono dopo aver cacciato gli Zacintî che vi si erano prima stabiliti; solamente dopo 5 anni essi poterono essere debellati da tutti i Cretesi riuniti, insieme con un contingente di Egineti, i quali ultimi però vi inviarono una colonia propria. Nel 429 una richiesta di aiuto da parte di Policna, una cittadina vicina e rivale, servì di pretesto per una scorribanda della flotta ateniese; nel 344 la città resisté ugualmente al tentativo di conquista del focese Faleco, che vi perdette la vita. Nelle guerre contro i Romani i Cidonî combatterono valorosamente alla testa degli altri Cretesi per la loro libertà sconfiggendo e distruggendo nel 77 a. C. la flotta di M. Antonio, il padre del triumviro; nel 69 però, Q. Cecilio Metello, movendo alla conquista dell'isola, sbarcò presso Cidonia, e occupò questa prima di tutte le altre città cretesi; essa riottenne la libertà nel 39 a. C. da Ottaviano, avendo parteggiato per lui contro Antonio. Dai primi secoli del cristianesimo fu sede d'un vescovo.
Bibl.: J. N. Svoronos, Numismatique de la Crète ancienne, Parigi 1890, p. 96 segg.; Bürchner, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XI, col. 2306 segg.; per gli ultimi scavi di tombe micenee cfr. Paraskevaidis, in 'Αρχ. Δελτίον, X (1926), Παράρτημα, p. 44 segg.