CICLOSTOMI (dal gr. κύκλος "circolo" e στόμα "bocca")
Nome dato da A. C. Duméril nel 1807 e mantenuto dal Cuvier per un gruppo di pesci considerato come una famiglia di Condropterigî, che fu elevato al grado di ordine da G. Müller nel 1834. Bonaparte applicò loro il nome di Marsipobranchii (dal gr. μαρσύπιον "borsa" e βράγχια "branchie"), il Günther li ha considerati come sottoclasse e presentemente costituiscono per i più degl'ittiologi una classe di Vertebrati, o piuttosto di Cordati cranioti, distinta dai pesci. Per il loro aspetto Linneo li aveva compresi tra i vermi.
Il corpo dei Ciclostomi è allungato e cilindrico, quasi vermiforme, privo di arti; sono presenti pinne impari fornite di raggi. La cute è nuda e liscia e spesso secerne una grande quantità di muco. Lo scheletro è cartilagineo, con corda dorsale persistente e senza segmentazione vertebrale; mancano le coste. Il cranio è privo di regione posteriore e non è separato dalla colonna vertebrale. La bocca è imbutiforme, mancano vere mascelle; i denti, che sono inspessimenti cornei della mucosa, si possono trovare sulle labbra, sul palato e sulla lingua; l'armatura cartilaginea della bocca (cestello branchiale) sostiene le pareti dei sacchi branchiali in numero da sei a quattordici per ciascun lato, ognuno dei quali comunica con la faringe e con l'esterno per una o più aperture. Non esistono archi branchiali. L'apertura nasale è impari. Gli occhi sono piccoli e talora mancano nei giovani. L'apparato digerente è diritto, senza appendici piloriche. La valvola spirale manca o è rudimentale; esistono il fegato e la milza; il pancreas è piccolissimo. ll cuore manca di bulbo arterioso. Il sistema nervoso è poco sviluplaato; il cervello è povero di cellule ganglionari. L'apertura genitale si apre caudalmente all'orifizio anale. Non esiste vescica natatoria.
I Ciclostomi sono divisi in due ordini: Iperotreti (dal gr. υπερῷα "palato" e τρετός "forato") e Iperoarti (dal gr. ἄρτιος "integro"). I primi, detti anche Missinoidi, sono i più primitivi fra tutti i Vertebrati. Il muso è acuminato, la bocca terminale, priva di labbra con piccola apertura longitudinale, circondata da due paia di piccoli tentacoli; in fondo alla cavità orale si trova una lingua robusta, rivestita di due serie di denti acuminati e raspanti; sul palato vi è un solo dente. La fossa nasale comunica con l'esterno per una sola apertura, circondata pur essa da quattro tentacoli posti al di sopra della bocca e in prossimità di questa, e sbocca posteriormente nell'esofago. I sacchi branchiali hanno una o più aperture laterali da ciascun lato del corpo e sboccano posteriormente nella faringe. Cestello branchiale poco sviluppato. Valvola spirale assente. Nell'apparato uditivo esiste un solo canale semicircolare. Occhi rudimentali. Uova grandi, meroblastiche, sviluppo senza metamorfosi. Comprende due famiglie, Myxinidae e Bdellostomatidae. Alla prima appartiene il solo genere Myxine L. con quattro o cinque specie, una delle quali non è rara nell'Atlantico settentrionale, sulle coste europee e americane. La famiglia Bdellostomatidae comprende uno o più generi (v. bdellostoma) dell'Oceano Pacifico, del Capo di Buona Speranza e della Nuova Zelanda.
Gli Iperoarti, o Petromizontidi, hanno una bocca imbutiforme con labbra circolari, sostenute da cartilagini e con i margini forniti di piccoli cirri. Numerosi denti cornei sono presenti sulle pareti interne della bocca e sulla lingua. La fossa nasale comunica con l'esterno per un'apertura posta sulla parte superiore della testa a qualche distanza dall'estremità di questa e non ha sbocco nell'esofago. I sacchi branchiali sono sette con distinte aperture laterali, ma internamente comunicano con un solo canale mediano che si apre nella bocca. Cestello branchiale bene sviluppato. Valvola spirale rudimentale. L'encefalo comprende gli emisferi cerebrali e il cervelletto. Nell'apparato uditivo esistono due canali semicircolari. Occhi, negli adulti, normali. Uova piccole, oloblastiche; presentano metamorfosi larvale. Comprende una sola famiglia, Petromyzontidae alla quale appartengono il genere Petromyzon Art. e alcuni altri che si trovano nel mare e nelle acque dolci d'Europa, dell'Africa occidentale e dell'America Settentrionale. Altri generi (Geotria, Mordaria, Marophthalmia) sono nell'emisfero australe. In Italia vivono tre specie di Petromyzon (v. lampeda), una marina e due di acqua dolce. Non si conoscono con certezza Ciclostomi fossili. Sono però riferiti, benché dubbiosamente, a questa classe alcuni resti organici del Devonico e del Permico.