ciclone
ciclóne [Der. di ciclo, nel signif. di "circolo"] [GFS] Nella meteorologia, perturbazione atmosferica a carattere generic. rotatorio, associata a un'area di bassa pressione (area ciclonica), delimitata da isobare chiuse e di valore decrescente verso il centro. I c. si distinguono generalm. in c. tropicali e c. extratropicali. (a) C. tropicali: pur occupando un'area minore, sono molto più intensi dei secondi e di minore durata; provocano venti di straordinaria violenza (intensità sino a l00÷150 nodi); a essi spetta propr. l'appellativo di c. (uragani, nelle Indie Occidentali, nell'Atlantico Settentrionale, in Australia; tifoni, nell'Oceano Indiano e nel Mar Cinese), e il loro studio è stato notevolmente esteso negli anni dopo il 1945. In un c. tipico, essendo l'aria sollecitata a muoversi dai punti di pressione più alta a quelli di pressione più bassa, il vento convergerebbe verso il centro (occhio del c.) se la sua direzione non fosse modificata dall'azione deviatrice della rotazione terrestre: questa fa rotare la direzione del vento verso destra (guardando nella direzione del gradiente di pressione) per un c. dell'emisfero boreale, verso sinistra per uno australe (fig. 1); alla distribuzione ciclonica che si registra presso il suolo corrispondono distribuzioni analoghe negli strati d'aria sovrastanti, però attenuate con il crescere dell'altezza, fino a estinguersi a una certa quota. Si formano sugli oceani, all'incirca tra la zona delle calme equatoriali e la zona degli alisei, sui 10° di latitudine; si spostano, con traiettoria approssimativamente parabolica e con velocità media di 10÷40 km/h, verso le medie latitudini, dirigendosi dapprima verso O, poi verso E (fig. 1); occasionalmente la traiettoria può risultare chiusa. La traiettoria del c. divide quest'ultimo in due zone (v. ancora fig. 1): una, detta semicerchio maneggevole, nella quale il vento è tale da spingere navi e aerei verso la coda del c., l'altra, detta semicerchio pericoloso, nella quale il vento soffia verso il fronte del ciclone. La stagione di massima frequenza è l'autunno o, nelle zone monsoniche, l'epoca d'inversione dei monsoni (fig. 2). La teoria generalm. ammessa per la loro formazione (ciclogenesi) è la seguente. La quiete e la forte insolazione della zona delle calme equatoriali determinano il surriscaldamento e il moto ascendente verso l'alto di una cospicua massa d'aria; la rilevante umidità di tale aria ascendente fa sì che il raffreddamento nella salita sia relativ. piccolo e che la salita prosegua sino a grandi altezze, determinando un violento, cospicuo risucchio d'aria in basso (il cosiddetto "colpo di pompa"). L'arrivo di un c. è preannunciato da vari indizi: grandi ondate di mare lungo, linee di cirri convergenti verso l'occhio del c., aria oppressiva e calda, anormalmente limpida. All'approssimarsi del c., la pressione cade bruscamente; il cielo è invaso da cirri-cumuli e poi da nembi piovosi, il vento si fa via via più teso e il mare s'ingrossa. Il passaggio dell'occhio del c. corrisponde a un'improvvisa calma, estendentesi su una zona circolare di 20÷40 km di diametro; poi si torna nel pieno della burrasca. (b) I c. extratropicali si formano nelle zone non tropicali, generalm. sugli oceani, spec. nei mesi invernali e non hanno i caratteri di regolarità (forma, traiettoria, direzione del vento) caratteristici dei c. tropicali; il vento, in partic., presenta bruschi salti di direzione, anche di 90°. Non v'è ancora unanime accordo sulle cause di tali c., peraltro comunem. attribuiti a un'intrusione di masse d'aria polari, fredde, nelle zone temperate. Sta comunque il fatto che si ha una circolazione ciclonica, costituita da una zona centrale d'aria calda, poco densa, inclusa in una zona di densa aria fredda (fig. 3) e che le perturbazioni meteorologiche più imponenti (pioggia, vento variabile) si hanno in corrispondenza delle superfici di separazione (fronti) dei due tipi di aria. L'aria calda occlusa nel c. viene via via rimpiazzata, in basso, da aria fredda; in qualche giorno la depressione si attenua: il c., come si usa dire, diviene occluso. Durante la formazione e la successiva occlusione il c. si sposta, con velocità assai variabile (sino a 80÷100 km/h); le traiettorie sono quanto mai irregolari; nel Mediterraneo, per es., la direzione prevalente è da O verso E. Il tempo determinato dai c. extratropicali è generic., nebbioso, piovoso, oppressivo nel fronte del c. (aria calda) e sereno, asciutto e relativ. freddo nella coda (aria fredda).