CICERIA o Cicceria
Con il nome di Cicerìa è comunemente denominato l'altopiano ondulato, arido, sterile, in gran parte disabitato, ove i caratteri del Carso sono maggiormente pronunciati, alla base della penisola istriana, limitato a sud dalla serie montuosa, che culmina nel M. Maggiore, a nord dal Carso Triestino e dalla valle della Rosandra, a est dalla rotabile Fiume-Trieste, a ovest dai ciglioni che sovrastano Pinguente e Razzo. La Ciceria vera e propria è tuttavia più ristretta, poiché la parte settentrionale appartiene alla Savrinia, e il Castelnovano e la zona montuosa carsica orientale alla Berchinia. Attraversata da tre catene montuose (Sbensizza, del Taiano, e quella meridionale del Rasnovizza) alle alture oscillanti tra i 900 e 100 m. si alternano valli e cavità carsiche percorse da torrenti che si raccolgono nelle conche e s'inabissano negl'inghiottitoi carsici, senza che per questo la regione possa esser considerata povera di acqua e inadatta alla vegetazione, ricoperta com'è da mantello di olivo, di quercia, di carpino e di faggio. I maggiori centri abitati si stendono lungo la strada Fiume-Trieste, sul terreno coltivabile e al riparo dalla bora; nell'interno, ove la viabilità è assai difettosa, si hanno invece casolari sparsi.
Etnograficamente la Ciceria non corrisponde al suo sviluppo geografico: la zona attualmente abitata dai Cici si riduce a pochi villaggi e casali dell'interno. Designati un tempo col nome di Vlachi o Valachi, sulla loro provenienza furono formulate le più diverse ipotesi. Per la distribuzione, l'origine e la filologia dei Cici, v. italia: Colonie alloglotte.
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