CANCELLIERI, Cialdo
Nacque a Pistoia nella prima metà del sec. XIII, uno dei nove figli di Ranieri, di parte bianca. È ricordato il suo matrimonio con Fiorina Ammannati e, dopo la morte di lei, con Iacopa di Marsoppino Chiarenti. Il figlio che gli è attribuito può identificarsi con un Dego residente in Prato nel 1316. Le testimonianze della vita pubblica del C. sembrano giustificare la definizione che l'Ammirato dette di lui come "magistrato in quel tempo di somma autorità in tutta Italia". Podestà di Pistoia nel 1256 e membro del Consiglio del Comune nel 1258, assunse di nuovo, nel dicembre del 1266, la podesteria della sua città e, dal maggio all'ottobre del 1267, contemporaneamente anche la carica di capitano del Popolo, ottenendo così, di fatto, una autorità assoluta nel Comune.
Essendo al potere il C., la politica della città subì una svolta decisiva. Tramontato il ghibellinismo nella disfatta di Benevento, la città si dette in balia a Carlo d'Angiò giurando obbedienza nelle mani di Roberto di Lauen il 5 maggio 1267, e, liberata dalla scomunica inflittale per l'appoggio dato a Manfredi, entrò nella Taglia guelfa. Ma la podesteria del C. non segnò una semplice sostituzione autoritaria di una forma di governo cittadino. Infatti, conclusa la pace con Lucca e affidato ad arbitri da scegliersi di comune accordo il compito di stabilire i confini territoriali delle due città, fu promossa, per merito del C. che si avvalse dell'appoggio angioino, unopera di pacificazione interna tra guelfi, e ghibellini e anche una vera e propria trasformazione sociale: quando il 10 dic. 1267 il C. cessò dall'ufficio di podestà, subentrandogli Pagano da Terzago, al Consiglio del Comune era ormai succeduto il Consiglio del Comune e del Popolo con una rappresentanza civica più vasta e con riflessi politici singolari rispetto al resto della Toscana (a Firenze la politica guelfo-angioina era rivolta non solo contro i ghibellini, ma contro le stesse aspirazioni popolari, mentre a Pistoia le forze ghibellino-popolari restarono compatte, pur cambiando aspetto, all'avvento della parte guelfa), che non tardarono a comparire negli stessi statuti della città: da "societas" relegata ai margini della vita pubblica, il popolo cominciava a diventare parte integrante dello Stato.
Anche a Reggio Emilia, dove fu podestà nel secondo semestre del 1271 il C. dette buona prova di sé in imprese militari e civili. Durante il suo mandato furono respinte incursioni di partigiani imperiali che, cacciati da Parma i fautori del papa, si erano presentati minacciosi nel territorio di Reggio, e fu compiuta la costruzione sia del palazzo che diventò sede del Comune, sia dell'acquedotto chiamato "Veza Fogliana" dal nome del vescovo, Guido da Fogliano, che dell'opera era stato il promotore.
Al primo semestre del 1275 risale la podesteria di San Miniato, dove il C. andò come confidente di re Carlo, ed al secondo semestre del 1276 quella di Cremma. Tornato a Pistoia, la sua autorità influì ancora, e in modo durevole, sulla politica cittadina. È stata provata la sua influenza sul dettato del Breve et ordinamenta populi Pistorii, del 1284, e dello statuto del podestà, del 1296. L'ultima attestazione documentaria di lui risale al 1291 quando, ancora nella sua città natale, fu eletto gonfaloniere.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Pistoia: P. L. Franchi, Familiario, ms., VI, c. 54; Storie pistoresi, in Rerum Italic. Script., 2 ed., XI, 5, a cura di S. A. Barbi, pp. XI s., XXXVI, XLII; Statutum potestatis Comunis Pistorii anni MCCLXXXXVI, a cura di L. Zdekaucr, Milano 1888, pp. 149, 247; Breve et ordinamenta populi Pistorii anni MCCLXXXIIII, a cura di L. Zdekauer, Milano 1991, pp. XIII, XXIV s., XLIX; Liber censuum Comunis Pistorii, a cura di Q. Santoli, Pistoia 1915, docc. 363, 365, 367, 370; S. Ammirato, Historia della famiglia Cancelliera di Pistoia, Firenze 1622, pp. 8 s.; M. A. Salvi, Delle historie di Pistoia e fazioni d'Italia, I, Roma 1656, p. 223; G. Panciroli, Storia della città di Reggio, I, Reggio Emilia 1846, p. 219; V. Capponi, Biografia pistoiese, Pistoia 1878, pp. 84 s.; Q. Santoli, Degodei Cancellieri di Pistoia e una questione di decime a Reggio Emilia nell'anno 1280, in Bull. stor. pist., XVI (1914), pp. 147 s.; L. Chiappelli, Studi storici pistoiesi, I, Pistoia 1919, pp. 46 s.