CIAD.
– Demografia e geografia economica. Storia.
Demografia e geografia economica di Matteo Marconi. – Stato interno dell’Africa centrosettentrionale. Tra il 2007 e il 2014 la popolazione ciadiana è cresciuta, secondo le stime, del 23%, arrivando a contare 13.211.146 abitanti. Nonostante il tasso di fertilità sia molto alto (4,68 figli per donna nel 2014), la crescita della popolazione si attesta al 3% annuo a causa della fortissima incidenza della mortalità infantile e delle partorienti. Oltretutto, il C. è il Paese con l’aspettativa di vita più bassa al mondo, motivata anche dalla difficoltà di accesso all’acqua per il 49% (2014) e alle cure sanitarie per la quasi totalità dei ciadiani. La popolazione è impiegata per tre quarti nel settore primario, le cui uniche coltivazioni non destinante all’autoconsumo sono cotone e canna da zucchero. I soli progressi significativi del C. dipendono dagli alti prezzi del petrolio, che costituisce l’industria più rilevante, e hanno portato a un raddoppio del PIL tra il 2007 e il 2014.
Storia di Paola Salvatori. – Elementi di forte instabilità continuarono a caratterizzare la vita politica del C. la cui guida rimase saldamente nelle mani del Mouvement patriotique du salut e del suo leader Idriss Déby (al potere dal 1990 e riconfermato ancora una volta presidente nelle elezioni del 2011 boicottate dalle opposizioni). A rendere particolarmente critica la situazione furono soprattutto l’intensificarsi degli scontri con i gruppi ribelli antigovernativi (riunitisi nel 2009 nell’Union des forces de la résistance), arrivati a minacciare a più riprese la capitale. Le tensioni con il Sudan, ritenuto responsabile di sostenere i ribelli, si riacutizzarono e ripresero le attività militari al confine. Per proteggere i civili e le migliaia di profughi in fuga dalla guerra nel Dārfūr presenti nella regione, nel 2007 l’ONU autorizzò l’invio di una missione di pace che ottenne però modesti risultati e fu completata nel 2010. Nello stesso anno sembrò aprirsi uno spiraglio nei rapporti con il Sudan e si giunse all’istituzione di una forza congiunta per monitorare la situazione lungo il comune confine. In realtà gli scontri continuarono e rimase un latente stato di tensione. Il rafforzamento dell’esercito (al quale fu destinata gran parte dei proventi derivanti dall’esportazione del petrolio) e la crisi della Libia permisero al C. di assumere un ruolo strategico di primo piano in ambito regionale, anche grazie al sostegno della Francia interessata al mantenimento degli equilibri nell’area. Truppe ciadiane affiancarono il contingente dell’Unione Africana e dei militari francesi inviati a fronteggiare le crisi scoppiate in Mali nel 2012-13 e nella Repubblica Centrafricana dopo il colpo di Stato del marzo 2013. Nel quadro dei rinnovati accordi con l’Eliseo, dall’estate 2014 il Paese ospitò una nuova forza militare francese dedicata alla lotta al terrorismo nel Sahel. Il C. aderì inoltre, insieme a Nigeria, Camerun, Niger e Benin, all’iniziativa volta a coordinare sul piano regionale gli sforzi per combattere il gruppo terroristico islamico Boko Haram. In questo ambito si collocava l’offensiva militare congiunta del Paese con il Niger contro le basi dei terroristi in Nigeria nei primi mesi del 2015.