Ciad
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(X, p. 181; App. III, i, p. 368; IV, i, p. 429; V, i, p. 621)
Geografia umana ed economica
di Alberta Migliaccio
Popolazione
Secondo stime ufficiali, il C. contava nel 1998 7,3 milioni di abitanti. Il tasso di incremento della popolazione, ancora molto elevato (25‰), espone il paese alle drammatiche conseguenze del sovrappopolamento. Nell'ultimo ventennio i valori della natalità sono rimasti inalterati (43÷45‰ l'anno), mentre i tassi di mortalità tendono leggermente al declino (18‰ di media annua nel periodo 1990-95): il paese non ha ancora superato la fase acuta della transizione demografica e, a meno di eventi anomali quanto improbabili, nei prossimi anni la popolazione complessiva si incrementerà sensibilmente, con pesanti ripercussioni sulle prospettive di crescita economica. La distribuzione della popolazione è sempre molto irregolare: i maggiori addensamenti si hanno nella parte meridionale del paese (media di oltre 25 ab./km², con punte di 50÷60), quella che gode di un clima migliore. La capitale, N'djamena, nel 1993 contava 531.000 abitanti.
Condizioni economiche
Il C. è fra i paesi più poveri e arretrati della Terra; quasi tutta la popolazione vive di una stentata agricoltura che fornisce un prodotto molto inferiore alle esigenze alimentari. Pur in assenza di stime attendibili, si può ritenere che almeno il 50% della popolazione complessiva non superi la soglia di povertà. Il paese presenta difficilissime condizioni ambientali: la sezione settentrionale è desertica, la restante parte è sottoposta a un consistente rischio di desertificazione. Qui le anomalie climatiche degli anni Settanta e Ottanta hanno avuto esiti catastrofici. Le aree coltivabili (inferiori al 3% della superficie complessiva) sono a bassissima fertilità: per ogni ettaro coltivato si ottengono mediamente rese di 5 q di miglio e 8÷9 q di mais. A rendere più incerte le prospettive di crescita ha contribuito il clima di instabilità politica che da tempo caratterizza la regione. Il conflitto con la Libia e la persistente conflittualità interna hanno impedito al paese di promuovere un'efficace politica a favore dello sviluppo, cosicché il C. presenta ancora un'economia ai limiti della sussistenza e il suo reddito pro capite (240 dollari nel 1997) si colloca fra i più bassi del globo.
Il potenziale produttivo è ancorato al settore primario che accoglie oltre i tre quarti della forza lavoro e contribuisce con più del 40% alla formazione del prodotto interno lordo. Le sole attività in grado di superare la domanda locale sono costituite dalla lavorazione dei prodotti agricoli e sono ubicate nella capitale dove sono largamente presenti anche attività informali.
L'isolamento geografico e la situazione politica interna hanno acutizzato i problemi del paese, e gli effetti positivi sulle esportazioni di cotone e bestiame determinati dalla svalutazione del franco CFA (gennaio 1994) sono rapidamente svaniti. Nonostante il notevole calo della produzione a causa della guerra civile, il cotone rimane il prodotto industriale dominante, ma i suoi modesti rendimenti sono troppo condizionati dai cicli climatici e dalla fluttuazione dei prezzi internazionali. Anche l'allevamento del bestiame mantiene un ruolo importante, pur essendo stato danneggiato dalla siccità degli anni Settanta e Ottanta: i capi sono stati decimati, le tradizionali aree di allevamento, ubicate nella zona mediana del C., sono state abbandonate e le mandrie si sono lentamente spostate più a sud. Sono riprese le campagne per l'esplorazione del sottosuolo. Discreti ritrovamenti di petrolio sono stati segnalati in una zona a nord del Lago Ciad (bacino del Doba). Le prospezioni, più volte sospese per il venir meno dei fattori di sicurezza per i tecnici stranieri che le conducevano o per l'impossibilità del paese di acquistare gli impianti necessari, hanno dato buoni esiti e sono stati già siglati degli accordi per la costruzione di un oleodotto che dalla zona di estrazione condurrà al porto di Kribi, in Camerun, per l'esportazione. L'intero progetto, che prevede anche la costruzione di una raffineria nei pressi di N'djamena, sarà finanziato dalla Banca Mondiale e dalla Banca africana di sviluppo.
Attualmente l'attività mineraria è limitata all'estrazione di carbonato di sodio, ritrovato presso le sponde settentrionali del Lago Ciad, in parte utilizzato localmente e in parte esportato in Nigeria. Si segnala la presenza di altri minerali (oro, stagno, uranio, bauxite) ubicati nella parte settentrionale del paese, di cui però non sono noti né l'entità delle riserve né l'effettivo valore commerciale; pertanto, le prospettive di una loro utilizzazione non sono immediate. Il settore manifatturiero contribuisce per un sesto alla formazione del PIL ed è concentrato per lo più nella sezione meridionale del paese; dispone di alcune piccole imprese nei settori alimentare (zucchero, birra) e tessile (cotone). È presente anche un modesto artigianato.
Dall'estero, il C. importa prodotti alimentari e petrolio; esporta cotone e bestiame. Il debito estero, soprattutto se posto in relazione con le effettive capacità economiche del paese, è molto rilevante.
Bibiografia
E.G.H. Joffe, V. Day-Viaud, Chad, Oxford-Santa Barbara (Calif.) 1995.
Africa South of the Sahara 1999, London 1998.
J.-C. Clanet, Le Tchad entre unité et éclatement: la dynamique des organisations spatiales, in Mappemonde, 1998, 2, pp. 31-35.
Storia
di Emma Ansovini
Il paese conobbe, a partire dalla metà degli anni Sessanta, una situazione di crisi pressoché ininterrotta: ribellioni armate si susseguirono e brevi furono i periodi di relativa stabilità. Il conflitto che inizialmente opponeva il Sud, cristiano e animista, al Nord, arabo-islamico, si andò progressivamente complicando passando all'interno di ogni schieramento e favorendo il moltiplicarsi del numero delle fazioni in lotta. I contrasti interni riflettevano anche divergenti interessi internazionali: in particolare Francia e Libia intervennero anche militarmente in appoggio ai diversi gruppi armati, condizionando l'andamento della guerra civile. Soltanto sul finire degli anni Novanta sembrò prendere avvio un difficile e incerto processo di pacificazione.
Nel novembre 1990 un colpo di stato aveva portato al potere il colonnello I. Déby, leader del Mouvement patriotique du salut (MPS) ed ex comandante in capo delle forze armate, rifugiatosi in Libia dopo il fallito colpo di stato del 1989.
Sostenuto dalla Libia, guardato inizialmente con favore dalla Francia per la sua promessa di avviare in tempi rapidi un processo di democratizzazione, Déby si insediò al potere il 1° dicembre in una situazione di drammatica incertezza politica. Gruppi armati di opposizione occupavano infatti diverse parti del paese, mentre l'esercito si abbandonava a violenze, saccheggi e massacri di civili. Nel marzo 1991 fu varata una Carta nazionale che, mentre confermava Déby capo dello Stato, prevedeva entro trenta mesi la convocazione di una Conferenza nazionale sovrana. Quest'ultima, riunitasi dopo molti rinvii, con la partecipazione di alcune forze di opposizione nel gennaio 1993, nominò un Consiglio supremo di transizione con il compito di preparare entro un anno elezioni multipartitiche e confermò per il periodo di transizione Déby capo dello Stato e delle forze armate. Le elezioni furono più volte rinviate per la difficoltà di raggiungere un accordo definitivo con le opposizioni e per l'emergere di ulteriori tensioni, legate alle misure di austerità adottate dal governo, sotto la pressione del Fondo monetario internazionale. La firma del 'cessate il fuoco', sottoscritta a Franceville, in Gabon, nel marzo 1996, da tredici gruppi ribelli, i cui esponenti ottennero in alcuni casi l'integrazione nell'esercito regolare, consentì nello stesso mese lo svolgimento di un referendum che approvò la nuova Costituzione. Nel luglio 1996 si svolsero le elezioni presidenziali, vinte da Déby, e nel gennaio-febbraio 1997 quelle legislative, in cui il MPS conquistò la maggioranza dei seggi.
Bibliografia
S.C. Nolutshungu, Limits of anarchy: intervention and state for action in Chad, Charlottesville 1996;M.J. Azevedo, E.U. Nnadozie, Chad: a nation in search of its future, Boulder 1998.