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ANGUILLAIA, Ciacco dell'

di Mario Marti - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 3 (1961)
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ANGUILLAIA, Ciacco dell'

Mario Marti

Di questo rimatore (sec. XIII) sembra non possa dirsi altro, di sicuro, se non che egli fosse fiorentino. Lo attestano l'ottimo cod. Vat.3793 (e in esso si legge, per altro, "Anguillaia" e non "Anguillara", che pure era forma viva in Firenze), l'unico che contenga poesie di lui, e la tessitura linguistica, secondo il Del Lungo, dei componimenti poetici che gli sono attribuiti. A un documento del 1264 si richiama il Bertoni (IlDuecento,Milano 1930, p. 134), per affermare che fu figlio di un Boninsegna del Monte, aggiungendo anche che egli nel 1298 era sindaco procuratore del convento di Santa Maria Maggiore. Tuttavia, non è affatto sicuro che queste notizie si riferiscano proprio al nostro rimatore, dato che nel documento riportato dal Bertoni si nomina solo un "Ciaccus"senz'alcun appellativo. Né poggia su fondamenti che abbiano reale consistenza l'identificazione, pur suggestiva sotto tanti rispetti, del nostro Ciacco con l'omonimo personaggio dantesco (Inf., VI) e boccaccesco (Decam.,IX, 8).Secondo alcuni il nome Ciacco sarebbe un adattamento toscano del francese Jacques;secondo altri un diminutivo di Iacopo o Giacomo.

All'A. sono attribuiti due componimenti poetici, inizianti rispettivamente coi versi Geima laziosa (così nel codice) e Part'io mi cavalcava: il primo con certezza quasi assoluta, ma il secondo in modo dubbio, conforme ai risultati di uno studio di R. Ortiz, giudicati acuti ed accettabili da Isidoro Del Lungo. Entrambi svolgono in forma maliziosamente sorridente temi popolareschi assai diffusi nelle letterature romanze. Giema laziosa è un contrasto a lieto fine tra un amante ed una "villanella", da lui richiesta d'amore, ed è dunque da avvicinarsi al genere delle "pastorelle". Una interpretazione in senso allegorico e religioso proposta dal Savj-Lopez (e seguita dal Carrara), il quale nella "gemma leziosa" vedeva la Madonna, Madre di Gesù, appellandosi ad altri analoghi casi, non è sembrata felice ed è stata combattuta, con persuasivi argomenti, particolarmente dal Sicardi. Anche Part'io mi cavalcava è in forma di contrasto dialogato, questa volta tra una figlia vogliosa di marito ed una madre sorpresa, ma incline all'indulgenza. Troppo poco, nel complesso, per tracciare un qualsiasi sommario profilo di Ciacco rimatore; il quale si tiene però chiaramente lontano dalle intricate esigenze tecniche dei guittoniani e ama piuttosto rifare i modi di certo lezioso accademismo popolareggiante.

Fonti e Bibl.: I due citati componimenti apparvero già nel Trucchi, Poesie italiane inedite, Prato 1846, pp. 69, 73; poi nel Nannucci, Manuale, I, Firenze 1837, p. 191; nel Carducci, Cantilene e ballate, Pisa 1871, ai nn. IV e V, Antica lirica italiana,Firenze 1907, al n. XX; e anche in altre più o meno importanti antologie, per le quali valga il rinvio a F. Zambrini, Opere volgari a stampa, Bologna 1884, e al Supplemento del Morpurgo, Bologna 1929. Il codice Vat.3793, ove essi sono contenuti, fu pubblicato da A. D'Ancona e D. Comparetti, Le antiche rime volgari secondo la lezione del cod. Vat. 3793, Bologna 1875-1888, e poi semidiplomaticamente da F. Egidi, S. Satta, G. B. Festa, G. Ciccone, Il libro de varie romanze volgare,Roma 1901-1906; v. inoltre R. Ortiz, Sulle Poesie CCLXI-CCLXVIII del codice Vaticano 3793 attribuite a Ciacco dell'Anguillara, Napoli 1900; I. Del Lungo, Icontrasti fiorentini di Ciacco,in Raccolta di studi critici dedicati ad A. D'Ancona, Firenze 1901, pp. 297-303; M. Scherillo, Il Ciacco della Divina Commedia, in Nuova Apitologia,  XXXVI, fasc. 711 (1° ag. 1901), pp. 427-440; P. Savj-Lopez, La villanella di Ciacco, in Miscell. di studi critici edita in onore di A. Graf, Bergamo 1903, pp. 385-391 (poi col titolo di Mistica Profana nel vol. Trovatori e Poeti, Palermo 19o6); E. Carrara, La poesia Pastorale,Milano s.d., p. 155; E. Sicardi, La "Giema laziosa" di Ciacco dell'Anguillara, in Romanische Forschungen,XXXII (1910), pp.613-622; G. Bertoni, IlDuecento, Milano 1930, pp. 127, 134 e 149; G. De Felice, Due tenzoni d'amore nel sec. XIII, in La tradizione, IV(1931), pp. 153-166; Encicl. Ital., sub voce;U.Renda-P. Operti, Diz. storico della letteratura italiana, 3 ediz., Pavia 1952, sub voce.

Vedi anche
Farinata degli Ubèrti Ubèrti, Farinata (propr. Manente) degli. - Ghibellino fiorentino (m. 1264). Capeggiò la sua parte fin dal 1239, contribuì validamente (1260) alla vittoria ghibellina di Montaperti. Si levò fieramente contro la proposta dei confederati ghibellini, a Empoli, di radere al suolo Firenze. Dante, nell'Inferno ... Brunetto Latini Letterato e uomo politico (Firenze 1220 circa - ivi 1294 circa). Notaio e cancelliere del comune (anche suo padre, Bonaccorso, era notaio), tornando nel 1260 da un'ambasceria ad Alfonso X di Castiglia, seppe della rotta di Montaperti. Proscritto da Firenze, rimase in Francia fino al ritorno in città ... paradiso religione Nella dottrina cattolica, lo stato di felicità suprema e definitiva, nel quale si trovano coloro che, morti nella grazia e nell’amicizia di Dio e perfettamente purificati, sono per sempre riuniti attorno a Cristo e a sua madre Maria, agli Angeli e ai Santi, e formano la Chiesa gloriosa, nella ... Iacopo Rusticucci Cavaliere fiorentino (sec. 13º) che Dante finge d'incontrare tra i violenti contro natura (Inf. XVI), conversando con lui delle condizioni di Firenze, di cui lo ricorda cittadino benemerito.
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Vocabolario
anguillàia
anguillaia anguillàia (region. anguillara) s. f. [der. di anguilla]. – Luogo d’allevamento delle anguille.
ciacco
ciacco s. m. e agg. [prob. voce onomatopeica] (pl. -chi), ant. – 1. s. m. Porco, maiale: vile, Degno di star col c. nel porcile! (Pulci); or siedi, E scaccia dal palagio i cani e i ciacchi (Pindemonte). Che da ciacco in questo sign. venga...
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