LONGUEIL, Christophe de (detto latinamente Longolius e in italiano Longolio)
Umanista. Nacque da famiglia insigne, sebbene figlio naturale, a Malines, nel Belgio, nel 1488. Studiò a Parigi e a Poitiers, dove la sua vocazione umanistica si rivelò. Del sentimento nazionale che qui caratterizzava l'acerbo umanesimo francese, L. si fece interprete, recitando fra il 1508 e il 1509 una sua Oratio de laudibus divi Ludovici atque Francorum (Parigi 1510) nella quale, fra l'altro, la Roma di Carlo Magno è opposta a quella d'Augusto. Sono di questo tempo i suoi studî sul testo della Storia naturale di Plinio. Ma quando, dopo un primo viaggio in Italia nel 1511, si stabilì a Roma sotto il pontificato di Leone X, subì il fascino del particolare umanesimo di essa alquanto diverso da quello che egli aveva appreso ed esaltato a Poitiers. Sua cura precipua divenne il possedere una forma ciceroniana perfetta: da quel suo vegliare notti intere a rabberciare un periodo o una frase, Erasmo tolse qualche spunto per rappresentare nel Ciceronianus il malato di ciceronismo, Nosopono. Nel 1518, auspici il Sadoleto e il Bembo, fu proposto di conferirgli la cittadinanza romana; e, in questa occasione, egli avrebbe dovuto fare ammenda del giovanile antiromanesimo con cinque orazioni in lode di Roma. Ma tanto zelo non valse a evitargli una piccola sommossa di umanisti romani; onde lasciò Roma, riprese a viaggiare e finì nel 1522 a Padova dopo aver vestito l'abito francescano.
Bibl.: D. Gnoli, Un giudizio di lesa romanità sotto Leone X in Nuova Antol., XXXI-XXXII (1890 e 1891): Th. Simar, C. De Longueil humaniste, Lovanio 1911.