MEINERS, Christoph
Erudito, nato a Warstade il 31 luglio 1747, morto a Gottinga, dov'era professore, il i° maggio 1810. Appartiene a quella schiera di studiosi che nella seconda metà del sec. XVIII fecero le prime timide applicazioni delle scoperte etnologiche allo studio dell'antichità.
Il M. crede che la religione scaturisca dall'ignoranza, in quanto l'uomo primitivo attribuisce i fenomeni della natura ad esseri creati dal suo sentimento e dalla sua immaginazione; nega alla mitologia (anche a quella superiore degli Egizî, Orientali, Greci) la capacità di sboccare nel monoteismo. Ritiene che la forma primitiva della religione sia il feticismo (che egli intende in senso assai lato, includendo in esso la zoolatria, i culti fallici, gli dei ignoti, le divinità allegoriche, cioè vizî, malattie e finzioni varie della mente umana) e al disopra del feticismo il culto degli eroi e l'astrolatria.
Opere Principali: Versuch über die Religionsgesch. der ältesten Völker, Gottinga 1774-5; De Zoroastris vita, Lemgo 1778; Historia doctrinae de vero deo, ivi 1780; Grundriss der Gesch. alter Religion, ivi 1787; Allgemeine kritische Gesch. der Religionen, Hannover 1806-7, voll. 2.