LIDARTI, Christian Joseph (Cristiano Giuseppe)
Nacque a Vienna il 23 febbr. 1730, da Giovanni Damiano e da Maria Götz, "essendo per altro la famiglia ed il nonno paterno d'Italia" (Aneddoti, c. 51v).
Da bambino apprese i primi rudimenti di musica e gli furono impartite lezioni di canto e di violino. Fu educato nel monastero cistercense di Viktring nei pressi di Klagenfurt, dove fu anche introdotto allo studio del clavicembalo e dell'arpa (strumento, quest'ultimo, da lui prediletto). Proseguì gli studi nel seminario gesuita di Leoben, in Stiria, dove cominciò a comporre, "senz'altra guida che l'orecchio" (ibid.), sonate e concerti per arpa. Si iscrisse quindi ai corsi di filosofia e di legge dell'Università di Vienna, ma la crescente inclinazione per la musica e il desiderio di dedicarsi all'attività compositiva lo indussero a ricorrere ai consigli dello zio, Giuseppe G.B. Bonno, compositore di corte e, più tardi, maestro di cappella nella capitale asburgica. Questi, tuttavia, dopo aver preso visione di "un principio di messa" che il L. aveva cercato di comporre "in stile sublime e fugato" (ibid.), gli rimproverò la preparazione dilettantesca e lo esortò a studiare seriamente le opere dei teorici classici, in particolare di J.J. Fux e di J. Mattheson.
Avendo il L. constatato l'impossibilità di affrontare da solo quei trattati, che gli apparivano oscuri e difficili, e incoraggiato dal successo riscosso a Vienna da un'esecuzione della sua messa, decise, nel 1751, di abbandonare gli studi giuridici e di recarsi in Italia per studiare con N. Jommelli. Dopo aver trascorso i primi mesi a Venezia (dove fece amicizia con il musicista boemo F.L. Gassmann, allora studente e suo coetaneo, che ebbe su di lui una notevole influenza), si trasferì a Firenze, allo scopo di approfondire la conoscenza della lingua italiana. Qui venne a sapere che Jommelli non si trovava più in Italia e che probabilmente la sua permanenza all'estero sarebbe durata per alcuni anni. Il L. si stabilì pertanto a Cortona, ove rimase per cinque anni in qualità di insegnante di musica e compositore. Nel 1757, avendo appreso che Jommelli era stato scritturato per comporre un'opera al teatro Argentina di Roma (verosimilmente il Creso, andato in scena appunto in quell'anno), il L. si affrettò a raggiungere a sua volta Roma, dove riuscì a farsi assumere come esecutore nell'orchestra del teatro e, contestualmente, a prendere lezioni di contrappunto dal celebre compositore. Benché tale vagheggiato insegnamento si limitasse, come lo stesso L. racconta, a fornire alcuni "esempi e correzioni pratiche" (Aneddoti, c. 53r), esso fu sufficiente a ridimensionare le ambizioni del giovane L., che rimase così colpito dall'immensa dottrina del maestro e così umiliato dalla propria ignoranza da prendere la risoluzione "di non scrivere mai opere", sebbene avesse "in più occasioni già composto dell'arie per teatro, delle quali qualcheduna raccolse non piccolo gradimento del pubblico" (ibid.). Nello stesso anno, 1757, il L. accolse quindi di buon grado l'occasione che gli si presentò di entrare a far parte della cappella della chiesa dei Cavalieri di S. Stefano, a Pisa, in qualità di strumentista. L'anno successivo, in occasione di un ampliamento della cappella, gli fu assegnato il ruolo di contrabbassista, che mantenne fino al 1794, con l'eccezione di un breve periodo - fra la fine del 1792 e l'inizio del 1793 - durante il quale, in seguito alle modifiche inerenti al nuovo assetto della cappella, voluto dal granduca di Toscana Ferdinando III di Asburgo Lorena, passò a ricoprire il ruolo di violoncellista, con uno stipendio annuo di 700 lire. Sappiamo anche che, quando la cappella dei Cavalieri di S. Stefano prestava servizio in altre chiese cittadine, il L. assumeva talora funzione di organista.
Fin dai primi anni della sua permanenza a Pisa il L. si recò più volte a Bologna, dove entrò in contatto con il francescano G.B. Martini, dal quale apprese "la grand'arte de' canoni e fughe" e "la ben regolata armonia" (ibid., c. 53v) e con cui mantenne stabili rapporti, sia diretti sia epistolari, fino alla morte del celebre erudito (cinque lettere del L. a Martini, che coprono gli anni fra il 1762 e il 1784, sono conservate presso il Civico Museo bibliografico musicale di Bologna; v. Schnoebelen). Nel 1761 il L. divenne membro dell'Accademia filarmonica di Bologna e, in seguito, anche di quella ducale di Modena.
Sebbene l'ipotesi di un possibile soggiorno del L. in Inghilterra non trovi riscontro nelle fonti, è verosimile che il violinista Giuseppe Soderini - suo collega nella cappella pisana di S. Stefano, dalla quale risulta assente per lunghi periodi tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta a causa dei protratti soggiorni londinesi - fungesse da tramite tra il L. e il mercato musicale britannico, come sembrerebbe dimostrare la pubblicazione dei 6 trii per 2 violini e basso stampati a spese di Giuseppe Soderini del L., apparsi a Londra - oltre a numerose altre sue pubblicazioni - in data imprecisata.
Benché l'ultima composizione datata del L. risalga al 1793, il fatto che il suo nome figuri nell'organico della cappella di S. Stefano fino al 15 febbr. 1794 e risulti invece assente dal successivo elenco del 16 sett. 1795 induce a ritenere che la sua morte, avvenuta verosimilmente a Pisa, si debba collocare fra queste due date.
La presenza, nella quadreria bolognese di padre Martini, di un ritratto del L. espressamente richiestogli dal religioso, come attesta la lettera del 22 dic. 1780 (Schnoebelen, n. 2703), nonché quella, nella Biblioteca martiniana, del suo breve scritto autobiografico Aneddoti musicali - quasi certamente redatto anch'esso su precisa richiesta del francescano - sembrerebbero attestare la stima che questi nutriva nei confronti del Lidarti. Il ritratto fu eseguito nel 1784, come apprendiamo dalla lettera del L. a Martini in data 28 giugno di quell'anno (ibid., n. 2704), dal "non eccelso pennello" del pittore Giovanni Stella, il quale lo aveva copiato "da un altro piccolo […] fatto a Roma, anni sono" - quasi certamente nel 1757 - "dal Sig. Dance inglese". Il riferimento è indubbiamente al pittore inglese N. Dance, attivo a Roma in quel periodo e autore di ritratti molto apprezzati. A tale circostanza si deve pertanto il fatto che il compositore appaia, nel ritratto, "più giovane assai" - come egli stesso afferma - di quanto non fosse all'epoca dell'invio del dipinto. Un altro ritratto del L., che lo raffigura in veste di violoncellista, viene descritto e riprodotto da van der Straeten, il quale afferma che esso era allora (1915) in possesso della ditta di liuteria W.E. Hill & Sons di Londra, ancora in attività nel 1992.
Secondo la testimonianza di Ch. Burney, che lo incontrò a Pisa durante il suo viaggio in Italia e che lo annoverava tra i "valenti compositori" di quella città, il L. fu un uomo "distinto e intelligente", il cui italiano aveva mantenuto un'inconfondibile impronta tedesca; egli era inoltre "un buon lettore" e possedeva una raccolta di "dieci o dodici libri sulla musica". All'incremento di tale raccolta contribuì poi lo stesso Burney, che gli fece avere - tramite il console francese - altri libri offerti in dono al L. dall'editore Louis-Balthazard de la Chevardière.
L'ipotesi secondo la quale il L. sarebbe stato un violoncellista - avanzata da van der Straeten sulla base di un particolare del ritratto da lui descritto - pur non trovando riscontri certi, è avvalorata dall'importanza e dall'insolita difficoltà, sul piano della tecnica strumentale, della parte del violoncello nella sua musica da camera, in particolare nei quartetti.
Sebbene il L. avesse sempre tenuto fede alla menzionata decisione di non dedicarsi al teatro musicale e avesse privilegiato il genere, allora ritenuto minore, della musica strumentale, nella sua produzione compare un "componimento drammatico": si tratta di La tutela contrastata, composto nel 1767 per la corte del granduca Pietro Leopoldo di Asburgo Lorena, un brano d'occasione che riprende i modelli della cantata drammatica, tipici dell'epoca. Nelle numerose composizioni strumentali (ne sono pervenute quasi duecento), i movimenti evidenziano una struttura prevalentemente bipartita; in esse ricorre inoltre con particolare frequenza la forma del minuetto, soprattutto in chiusura. I passaggi fugati o in canone, che abbondano nelle composizioni giovanili, tendono successivamente a diradarsi in favore di una scrittura semplice e piana, caratterizzata da un'ornamentazione leggera e da una vena melodica non di rado molto attraente. Nell'ambito della produzione di musica sacra, tuttora prevalentemente manoscritta, rivestono particolare interesse le composizioni su testo ebraico, che stilisticamente non si discostano peraltro dal resto della musica sacra coeva.
Opere. Musica strumentale: una sonata per due violini e basso continuo, in Six sonatas… by Salvatore Galleotti and… Lidarti (Londra 1762); 6 quartetti per archi (Pisa, dopo il 1762); Sei sinfonie per due violini, alto e basso o a più stromenti se piacce [sic], op. 2 (Parigi 1768 circa); 6 trii per due violini e basso, op. 3 (ibid. 1770 circa); Six sonatas for 2 German flutes or violins with a thorough bass for the harpsichord (Londra 1770 circa); 6 duetts for a violin and violoncello (ibid. 1795 circa); 6 duetti per due violini (Vienna s.d.); i già citati 6 trii per 2 violini e basso stampati a spese di Giuseppe Soderini (Londra s.d.); Sei sonate concertanti a tre per due violini e basso (Parigi s.d.); A favourite trio, per arpa o clarinetto e due flauti (ibid. s.d.); Sei duetti per due flauti o due fagotti, op. 5 (ibid. s.d.).
Una fuga a 4 voci, che costituisce il compito d'esame per l'ammissione all'Accademia filarmonica di Bologna, è tuttora conservata presso la Biblioteca di questa istituzione; numerose composizioni da camera manoscritte si trovano a: Bologna, Civico Museo bibliografico musicale; Milano, Biblioteca del conservatorio; Modena, Biblioteca Estense; Montecatini Terme, Biblioteca comunale (CollezioneVenturi); Pisa, Biblioteca privata Simoneschi; Vienna, Gesellschaft der Musikfreunde; Münster, Bischöfliches Priesterseminar Bibliothek (Santini-Sammlung); Londra, British Library; Napoli, Biblioteca del Conservatorio di S. Pietro a Majella; Amburgo, Staats- und Universitätsbibliothek; Bruxelles, Bibliothèque du Conservatoire royal de musique; L'Aia, Museo comunale; Lund, Biblioteca universitaria; Praga, Museo nazionale; San Francisco State College Library (De Bellis Collection); Stoccolma, Biblioteca della Reale Accademia di musica; Uppsala, Biblioteca dell'Università; Zurigo, Zentralbibliothek.
Musica vocale profana: La tutela contrastata fra Giunone, Marte e Mercurio, col giudizio di Giove…, componimento drammatico a tre voci (G. Aubert; partitura Vienna, Österreichische Nationalbibliothek, Mss., 17665; libretto, Livorno 1767); alcune composizioni in A Collection of catches (Londra [1764]), A Collection of catches, canons and glees for three, four, five […] voices (I-III, ibid. [1763-94]), A Collection of songs and glees for two, three and four voices composed for the Catch-Club at Almack's (ibid. [1776]), A Collection of catches, canons, glees, duettos (I-IV, Edimburgo [1780] e Londra [1790]). Altre composizioni vocali analoghe, manoscritte, si trovano a Londra, British Library.
Musica vocale sacra: Canti per la sinagoga portoghese di Amsterdam, ed. moderna, Tel Aviv 1965; Ester (J.R. Saraval), oratorio in tre atti, 1774, ed. moderna, Cambridge 2000. Altre composizioni sacre, manoscritte, si trovano nelle biblioteche dei conservatori di Genova, Firenze e Parma; Münster, Bischöfliches Priesterseminar Bibliothek (Santini-Sammlung); Pisa, Biblioteca statale (Arch. di S. Stefano deiCavalieri); Ostiglia, Fondazione Greggiati.
L'autobiografia autografa Aneddoti musicalidi Cristiano Giuseppe Lidarti… è conservata a Bologna, Civico Museo bibliografico musicale, Mss., H/60.
Fonti e Bibl.: Ch. Burney, The present state of music in France and Italy, London 1773 (facsimile New York 1969), p. 397 (trad. it., Viaggio musicale in Italia, a cura di E. Fubini, Torino 1979, p. 363); E.S.J. van der Straeten, History of the violoncello, London 1915, I, p. 176; R. Meylan, La collection Antonio Venturi, Montecatini Terme (Pistoia), Italie, in Fontes Artis Musicae, V (1958), pp. 31-44; N. Zaslaw, Synagogue music rediscovered…, in American Choral Review, XXIV (1972), 2-3, pp. 21-28, 30-35; A. Schnoebelen, Padre Martini's Collection of letters in the Civico Museo bibliografico musicale in Bologna. An annotated Index, New York 1979, nn. 2700-2704; E. Grolman, Cristiano Giuseppe L.: six string quartets, dissertazione, University of Missouri 1986; H. Kishimoto, Il fondo musicale Venturi nella Biblioteca comunale di Montecatini Terme (catal.), Milano 1989, pp. 130-148; S. Barandoni - P. Raffaelli, L'Archivio musicale della chiesa conventuale dei Cavalieri di S. Stefano di Pisa. Storia e catalogo, Lucca 1994, ad ind.; S. Barandoni, F.M. Gherardeschi (1738-1808). Musicista "abile e di genio" nel Granducato di Toscana, Pisa 2001, ad ind.; DieMusik in Geschichte und Gegenwart (ed. 1960), VIII, coll. 739 s.; Diz. encicl. universale della musica e dei musicisti, Le biografie, IV, p. 398; The New Grove Dict. of music and musicians (ed. 2001), XIV, p. 656; Die Musik in Geschichte und Gegenwart (ed. 2004), Personenteil, XI, coll. 88 s.