Poeta tedesco (Breslavia 1617 - ivi 1679). A Danzica (1636-39) strinse stretti rapporti con Opitz, fondatore della cosiddetta prima scuola poetica slesiana. Viaggiò in Olanda, in Inghilterra, fu a Parigi, in Italia settentrionale e a Roma. Tornato in patria, nel 1646 fu eletto nel consiglio della città, divenendone presidente nel 1677. Già dai suoi contemporanei fu considerato capo della seconda scuola poetica slesiana. In netta contrapposizione alla tetra musa di Andreas Gryphius, si dedicò a una poesia più frivola e insieme formalmente più preziosa. Prese a modello i poeti galanti francesi e, ancor più, Ovidio e il Marino, instaurando la moda del marinismo in Germania. Imitò liberamente il genere ovidiano delle Eroidi, componendo lettere immaginarie di eroi e personaggi illustri di ogni tempo, in uno stile raffinato e sovraccarico che divenne prototipo dello stile barocco. Mostrò una connaturata predilezione per l'epigramma, ciò che lo pone all'inizio di una linea che, attraverso gli anacreontici, conduce a Wieland. Al suo erotismo corrisponde nelle canzoni sacre una temperie penitenziale anch'essa eccedente. Gran parte delle sue poesie furono pubblicate postume; in vita uscirono le Deutsche Übersetzungen und Gedichte (1673).