BARNARD, Christiaan Neethling
Chirurgo, nato a Beaufort West, Sud Africa, nel 1922. Laureatosi a Cape Town nel 1946, si dedicò dapprima alla medicina interna, poi alla chirurgia generale e a quella cardiotoracica. Perfezionatosi in questo campo all'università del Minnesota (1956-58), tornò a Cape Town per lavorare presso la locale università e nel Groote Schuur Hospital, dove promosse l'attività cardiochirurgiche. Il 2 dicembre 1967 attuò con successo il primo trapianto cardiaco nell'uomo, suscitando nel mondo viva emozione ma anche controversie di natura tecnica, dottrinale, deontologica, etica e religiosa. Sebbene l'intervento fosse stato condotto con estrema perizia, si elevarono voci di dissenso, che negarono all'avvenimento un autentico contenuto pionieristico: tra l'altro, oltre a ridimensionare il significato tecnico dell'intervento (le cui difficoltà erano sin da allora considerate sormontabili), ne sottolinearono con enfasi l'intempestività, connessa alle numerose incognite di ordine immunologico, che rendevano incerti e avventurosi la prevenzione e il controllo della crisi di rigetto. A breve distanza dalla morte dell'operato, sopraggiunta dopo 19 giorni, il B. effettuò il 2 gennaio 1968 un secondo trapianto cardiaco, provvedendo però in questo caso a un prolungato e rigoroso isolamento del paziente in ambiente sterile, allo scopo di prevenire le complicazioni infettive verso le quali sono particolarmente predisposti i soggetti trapiantati, proprio a causa delle terapie immunosoppressive cui sono sottoposti e che inibiscono i naturali poteri di difesa. Sebbene il secondo operato fosse sopravvissuto 19 mesi e mezzo, nuove dispute si accesero quando l'autopsia mise in evidenza che l'organo trapiantato, già appartenente a un ventiquattrenne e integro all'atto dell'intervento, risultava globalmente coinvolto da impreviste lesioni aterosclerotiche. Nel 1975 B. effettuò un nuovo sensazionale intervento: senza asportare al ricevente il cuore lesionato, trapiantò a ridosso di quest'ultimo un secondo cuore (donatrice una bambina di 10 anni deceduta per incidente stradale) che funzionava sinergicamente con l'altro. L'operato sopravvisse circa cinque mesi.