WOLF, Christa
Scrittrice tedesca, nata a Landsberg/Warthe (oggi Gorzów Wielkopolski, Polonia) il 18 marzo 1929. Stimata come la più importante esponente della letteratura della Repubblica Democratica Tedesca, sin dal 1949 aderì al Partito comunista, ottenendo dal governo i più ambiti riconoscimenti e assumendo cariche ufficiali di prestigio. Coerentemente aderì ai dettami del ''realismo socialista'', operando però in chiara autonomia, come si avverte nei numerosi interventi critici e teorici (per es. in Lesen und Schreiben, 1971; Fortgesetzter Versuch, 1979; Die Dimension des Autors, 1986) e tanto più nella sua più qualificata produzione narrativa, che la collocò in una posizione singolare in molte occasioni, stigmatizzata dalla critica più conformista della Repubblica Democratica Tedesca.
Dopo un inizio sommesso (Moskauer Novelle, 1959) grande attenzione destò il romanzo Der geteilte Himmel (1963; trad. it., 1983), che affronta temi di scottante attualità politica e sociale nella trama di una storia d'amore, senza deviazionismi ideologici ma con aperture, anche in termini compositivi, piuttosto inconsuete. Più pensoso e maturo il successivo romanzo Nachdenken über Christa T. (1968; trad. it., 1973), ricostruzione della vita d'una giovane donna coinvolta nel presente e prematuramente morta di leucemia, in cui evidenza più esplicita acquistano le tematiche soggettive pur in una cornice storica e sociale ben precisa. Si collocano in seno alla generale rivisitazione del Romanticismo in corso in quegli anni nella Germania comunista i tre racconti di Unter den Linden (1974; trad. it., 1986), che ricorrendo a elementi fantastici e irreali prendono le distanze dalla trionfante tecnicizzazione. Più vincolato alla memoria, e quindi alla situazione del presente, è invece il voluminoso romanzo Kindheitsmuster (1977; trad. it., 1992), chiaramente autobiografico specie nell'urgenza del quesito di fondo che impegna chi, nato in epoca fascista, mira ad assumere il suo giusto ruolo nella società nuova. Una specie di delicata parabola, forse allusiva alla condizione di personale disagio nel clima culturalmente illiberale della Repubblica Democratica Tedesca, è il breve racconto-saggio Kein Ort. Nirgends (1979; trad. it., 1984), che si ricollega a studi criticamente condotti sull'infelice poetessa romantica K. von Günderode. Non si tratta, comunque, di un'evasione, e tanto meno lo è Kassandra (1983; trad. it., 1984), nonostante il richiamo del mito, in quanto la voce della sfortunata profetessa di sventure è quella d'una donna alla ricerca del proprio ruolo in una società, allora e nel presente, male orientata ed esplicitamente sottoposta a spietata censura; ed è, nella considerazione della stessa W., un punto d'arrivo, se si tiene conto anche dell'insolito lavorio propedeutico e interpretativo esercitato dall'autrice sul racconto (fra cui Voraussetzungen einer Erzählung: Kassandra, 1983; trad. it., 1984). Un gran salto tematico, col ritorno alla piena attualità, è compiuto con Störfall. Nachrichten eines Tages (1987; trad. it., 1987), in cui è mantenuta la medesima linea d'una preoccupata riflessione sui presupposti d'una socializzazione giunta ai limiti di un possibile non-ritorno. In Sommerstück (1989) non si avverte il presagio della fine ormai prossima della Repubblica Democratica Tedesca, bensì un radicale accentuarsi dei toni pessimistici che hanno sempre venato la narrativa della Wolf. Gli eventi, con il loro imprevedibile precipitare, hanno costretto anche lei a un nuovo tipo di considerazioni. Ne è prova il breve romanzo-confessione Was bleibt (1990; trad. it., 1991), scritto già nel 1979 e solo parzialmente rimaneggiato: denuncia da molti aspramente criticata, in quanto così tardiva, dei metodi polizieschi del regime del ''socialismo reale'', eppure obiettiva manifestazione del disagio di chi, come appunto la W., ha creduto nella possibilità di modificare dall'interno i rapporti in una società che invece, alla prova stringente dei fatti, ha palesato di non avere strutture per sopravvivere. Testimonianza di quel disagio, nella rivisitazione di anni che tanto più nella memoria appaiono laceranti e contraddittori, è la raccolta di saggi e liriche Auf dem Weg nach Tabou (1994).
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