chopper
chopper 〈cŠòpëë〉 [s.ingl., Der. di to chop "tagliuzzare", usato in it. come s.m. invar.] [ELT] Interruttore periodico di segnali (elettrici, ottici, sonori, ecc.), per il quale è stato proposto, ma con scarsa fortuna, il termine it. frazionatore. È chiamato da taluni modulatore in continua, in quanto inizialmente nacque per realizzare sistemi amplificatori di segnali elettrici lentamente variabili (cosiddetti amplificatori in continua), per i quali un grave problema era costituito dalla difficilmente eliminabile deriva nel tempo del livello di riferimento per le tensioni in gioco; disponendo di un c. in entrata (modulatore), il segnale da amplificare è trasformato in un segnale periodico, amplificabile senza particolari problemi, e, dopo essere stato amplificato, è riconvertito in un segnale continuo mediante un rettificatore oppure mediante un secondo c. (demodulatore), sincrono con il primo. I primi c., apparsi circa nel 1950, erano costituiti da commutatori elettrici a lamelle, azionati da un vibratore; con opportuno gioco dei contatti, erano realizzate le due funzioni di modulazione e demodulazione. Successiv., si realizzarono c. a stato solido, mediante dispositivi a semiconduttori (v. tiristore: VI 257 b), che hanno consentito di estendere le applicazioni anche al campo delle correnti elettriche di grande intensità e di realizzare, per analogia, dispositivi sim. non elettrici. ◆ [FML] C. di fasci molecolari: v. fasci molecolari: II 523 d. ◆ [ELT] C . su 2 e 4 quadranti: v. elettronica di potenza: II 360 b. ◆ [OTT] C. ottico: modulatore ottico di tipo meccanico costituito da un disco opaco, posto sul cammino del fascio da rivelare, provvisto sulla periferia di finestre trasparenti regolarmente spaziate e posto in rotazione uniforme da un motore elettrico; il fascio in uscita dal disco risulta così interrotto periodicamente e il relativo segnale elettrico, ottenuto mediante un fotorivelatore, può essere convenientemente amplificato da un amplificatore accordato sulla frequenza d'interruzione, ottenendosi in tal modo sensibilità elevatissime, irraggiungibili con altre tecniche. Attualmente, in luogo del disco rotante s'usano modulatori elettroottici e acustoottici.