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CHLAMYDOTHRIX

di Gino De' Rossi - Enciclopedia Italiana (1931)
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CHLAMYDOTHRIX (dal gr. χλαμίς "clamide" e ϑρίξ "pelo")

Gino De' Rossi

Genere di Schizofite appartenente alla famiglia delle Clamidobatteriacee. Le cellule sono cilindriche od ovali, incolore, di circa 0,6-0,8 μ di spessore, disposte in filamenti immobili non ramificati con guaina gelatinosa, senza distinzione tra base e apice. La guaina dapprima sottile e incolora, poi si fa sempre più grossa e talora raggiunge uno spessore assai superiore a quello del filamento cellulare; in seguito a deposizione di ossido idrato di ferro o di manganese può assumere colorazione giallo-rossiccia o bruna. La riproduzione avviene per frammentazione dei filamenti o separazione di cellule terminali mobili o immobili (conidî) di forma bacillare che poi aderiscono a corpi solidi e si moltiplicano per scissione.

La specie più comune e meglio studiata è Chlam. ochracea Migula, di cui si può provocare artificialmente lo sviluppo in molte acque, aggiungendovi piccole quantità di peptone e di carbonato di manganese. Allo stato naturale è stata trovata da Molisch in sedimenti subacquei provenienti dalle più varie regioni del globo, da Schwarz in 141 su 208 depositi ocracei di acque minerali, da Ellis nei 9/10 delle acque ferruginose. Gasperini ha visto che essa predomina nel deposito ocraceo fioccoso e nella spuma superficiale del bacino di raccolta delle acque dei Bagni di Casciana. Ne è stata constatata la presenza anche nei tubercoli ferruginosi di alcune condotture di acque potabili. Quei sottili tubicini di color rosso ruggine o bruno, molto fragili e totalmente solubili in acido cloridrico concentrato, di cui sono ricchissimi alcuni depositi ocracei naturali, devono con grandissima probabilità considerarsi come guaine di Chl. ochracea completamente incrostate di ferro.

Tag
  • ACIDO CLORIDRICO
  • MANGANESE
  • PEPTONE
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