CHIUSI (A. T., 24-25-26)
Antica città della Toscana (prov. di Siena) e una delle più note e importanti lucumonie etrusche, posta su un'altura di natura tufacea a 375 m. s. m. e a 120 sul piano dell'adiacente Val di Chiana, di cui si può dire segni il limite meridionale. La moderna città, sorta sul piano della Chiusi romana, importante centro nell'età longobarda, poi decaduta per l'impaludamento della Chiana e risorta con la bonifica della valle sottostante, si presenta con aspetto civile e adorna di pregevoli fabbricati, fra i quali primeggia la cattedrale con l'adiacente torre campanaria, costruzione d'origine medievale malamente rimodernata, e il recente museo che accoglie parte della suppellettile archeologica rinvenuta nei suoi scavi. Il suo comune, vasto kmq. 58,82, che nel 1640 contava 2086 ab., discesi a 1521 nel 1745, era salito a 3418 nel 1833 e a 4326 nel 1861, per toccare nel 1921 i 6746, di cui 2307 viventi nel centro urbano. A parte la sua importanza storico-artistica, Chiusi, che divide con Pienza il titolo di sede vescovile, è oggi un importante centro agricolo e anche industriale per un certo numero di stabilimenti sorti in prossimità della stazione ferroviaria a due km. dalla città; è altresì nodo ferroviario importante, perché alla linea Firenze-Roma vi si congiunge quella per Siena ed Empoli. A 3 km. a nord della città si distende il lago che da essa prende il nome e che insieme a quello contiguo di Montepulciano rappresenta quanto ancora rimane dell'antica distesa palustre della Chiana (v.). Il lago, in via di costante prosciugamento per colmata del materiale depositatovi dalla Tresa che vi si riversa, misura circa 3 kmq. di superficie, con una profondità massima di 3 m.
La cattedrale, originaria del sec. VI, con portale romanico, restaurata nel 1887, è ricca di epigrafi medievali e di corali miniati provenienti da Monte Oliveto Maggiore. Da ricordare la chiesa di S. Francesco e nei dintorni delle città le catacombe di San Mustiola e di S. Caterina. Dell'antica fortezza rammentata fin dal 1100 rimangono alcuni avanzi e le due torri nel parco di Villa Paolozzi. Notevole il Museo etrusco. (V. tavv. XXXI-XXXIV).
Bibl.: F. Bargagli-Petrucci, Montepulciano, Chiusi e la Valdichiana senese, Bergamo 1910; L. Giovanetti e G. di Cocco, Guida di C., Poggibonsi 1910; P. Toesca, Storia dell'arte it., I, Torino 1927, pp. 72, 118, 285, 901.
La città antica (etr. Chamars; lat. Clusium). - Le valli della Chiana e dell'Orcia dovettero essere molto popolate fino dall'età della pietra, e già allora un nucleo importante si costituì probabilmente nel luogo dell'odierna città, le cui origini il mito attribuisce all'eponimo Cluso, figlio di Tirreno o di Telemaco. Appartenne sotto gli Etruschi alla dodecapoli quale fiorente lucumonia, e la sua grandezza e ricchezza ci sono attestate dalla vastissima necropoli (tombe a pozzetto, a ziro, a camera) e dall'intensa produzione artistica, che culmina nel sec. V a. C. Il suo territorio si estendeva per circa kmq. 1800, e in ogni sua parte si rinvennero non soltanto numerosissime e importanti testimonianze archeologiche ed epigrafiche etrusche e romane; ma anche magnifici prodotti importati d'arte greca: basti ricordare il celebre "vaso François" (Mus. arch. di Firenze), trovato nel 1844 a Fonterotella.
È ben nota la figura di Porsena, re di Chiusi, e la grandiosa sua tomba labirinnca descritta da Plinio il Vecchio (Nat. Historia, XXXVI, 19) è da alcuni identificata negli avanzi di vaste costruzioni sotterranee scoperte a Poggio Gaiella. Le ripetute relazioni fra Chiusi e Roma al tempo di Tarquinio Prisco e dell'invasione gallica non sono storicamente accertabili. Sullo scorcio del sec. IV i Chiusini entrarono nell'alleanza romana. Nel 205 a. C. fornirono aiuti di cereali e legname ai Romani per la guerra contro Annibale; per le leggi Iulia e Papiria Chiusi ottenne la cittadinanza romana e fu ascritta alla tribù Arnensis. Silla vi condusse una colonia militare che dette origine ai Clusini novi, la cui residenza non sembra vada distinta da quella dei Clusini veteres. Situata nel nodo stradale dell'Etruria continentale, continuò ad aver vita rigogliosa anche in epoca cristiana.
Sotto l'abitato sono vaste costruzioni e cunicoli; nei pressi della città sono venuti in luce varî ipogei etruschi, molto interessanti per la costruzione o la decorazione pittorica (della Scimia, del Colle, del Granduca, della Tassinaia, ecc.) e due catacombe cristiane (S. Caterina e S. Mustiola). Il materiale archeologico (disperso nei varî musei d'Italia, e solo in parte conservato nel locale Museo civico) è abbondantissimo e di sommo pregio. Caratteristici dell'arte chiusina sono i canopi e in genere i vasi di bucchero, le urne cinerarie, i cippi e i gruppi funerarî in pietra fetida a rilievi, gli specchi bronzei: esemplari particolarmente pregevoli sono raccolti nella collezione Casuccini alla Marcianella (Chiusi) e in quella Bargagli a Sarteano; altri si trovano nel Museo archeologico di Firenze e in quello di Palermo.
Bibl.: R. Bianchi Bandinelli, Clusium, nei Monumenti antichi dei Lincei, XXX, 2 (1925), lavoro fondamentale, con tutta la bibliogr. precedente.