Chiusi
La cittadina toscana, fiorente in età etrusca (Chamars), importante in età romana (Clusium) e longobarda, conobbe nel Medioevo un lungo periodo di decadenza. A causa della sua posizione geografica, al limite meridionale della Valdichiana, seguì la sorte della valle quando questa divenne improduttiva e malarica in seguito all'impaludamento del fiume Chiana (v.). G. Villani (I 54) illustra l'antica potenza di C. e narra alcuni episodi di lotte ivi avvenute tra Parte guelfa e Parte ghibellina (VII 115, 136). D. la cita in Pd XVI 75, ove Cacciaguida, per illustrare la caducità delle cose terrene, dice: Se tu riguardi Luni e Orbisaglia / come sono ite, e come se ne vanno / di retro ad esse Chiusi e Sinigaglia, / udir come le schiatte si disfanno / non ti parrà nova cosa né forte, / poscia che le cittadi termine hanno.
Ai tempi di D., Luni e Urbisaglia sono già completamente disfatte, mentre Sinigaglia e C. sono sul punto di subire la stessa sorte. A C. restituirono possibilità di vita e di insediamento umano le opere di bonifica iniziate nel XVI secolo. Tra gli antichi commentatori il Landino commette l'errore di considerare C. città " de Romagna ", mentre il Tommaseo ci ricorda che " numerazione simile di città cadute è in Ovidio (Met. XV) ".