chitoni
Conchiglie con la tunica
I chitoni sono bizzarri Molluschi caratterizzati da una conchiglia molto particolare che si può piegare perché è composta da otto piastre articolate tenute insieme da una cintura carnosa: ciò permette loro di aderire perfettamente alla superficie degli scogli. I chitoni sono esclusivamente marini e molte specie si possono trovare anche sotto le pietre sommerse a poca profondità
Al mare, direttamente sugli scogli o rovesciando pietre in pochi centimetri d'acqua, non è difficile trovare, perfettamente aderenti alla superficie inferiore del sasso, degli strani animali. Hanno una conchiglia unica nel suo genere, composta di otto piastre a forma più o meno di tegola, articolate tra loro e tenute insieme da una cintura carnosa detta perinoto. Possono far pensare a un mezzo blindato, o a uno strano pezzo dell'armatura di un guerriero medievale. Ai primi naturalisti la presenza del perinoto ricordò un'antica tunica greca, il chitone, che era stretta in vita da una cintura: da qui il nome comune dato a questi animali.
I chitoni sono inclusi dagli zoologi tra i Molluschi, nella classe dei Poliplacofori. Comprendono circa 850 specie esclusivamente marine, distribuite in quasi tutti i mari del globo, particolarmente numerose (oltre 150 specie) lungo le coste australiane. Nel Mediterraneo sono note circa una trentina di specie, gran parte delle quali è presente anche lungo le coste italiane.
Sotto la conchiglia e ben protetto da essa c'è il corpo dell'animale, caratterizzato da un'ampia struttura allungata ventrale, il piede: si tratta di un apparato muscolare molto potente, con il quale il chitone può sia strisciare sul substrato sia aderirvi fortemente. Associando a questa forza l'azione a 'ventosa' del perinoto, che è allo stesso tempo robusto, elastico e flessibile, i chitoni riescono a restare attaccati al suolo offrendo un'efficace resistenza a potenziali predatori.
Molti aspetti di questi molluschi fanno pensare ad animali preistorici: effettivamente essi apparvero nei mari del nostro pianeta circa 500 milioni di anni fa (alla fine del periodo geologico detto Cambriano, oltre 250 milioni di anni prima dei dinosauri), e continuano a esistere tutt'oggi, avendo mantenuto invariate quasi tutte le loro caratteristiche. I chitoni sono presenti da sopra il livello della marea, dove l'acqua arriva saltuariamente con gli spruzzi delle onde, fino a oltre 7.000 m di profondità, negli abissi oceanici. Il loro punto di forza (la capacità di aderire fortemente al substrato) li obbliga a preferire fondi marini cosiddetti duri, come quelli rocciosi o quelli corallini; sui fondi sabbiosi o fangosi le loro tecniche di difesa non funzionerebbero. Ciò non esclude che alcune specie possano ricercare, in particolare sui fondi fangosi delle grandi profondità oceaniche, piccoli oggetti duri come sassi, conchiglie, pezzi di legno, carcasse di balene che possono fornire loro sia un substrato adeguato cui aderire, sia una fonte di cibo, cosa rara in quei deserti abissali.
I chitoni sono animali ad attività prevalentemente notturna, mentre durante il giorno si nascondono in cavità della roccia o sotto le pietre. Sono quasi esclusivamente erbivori, nutrendosi di alghe incrostanti che raschiano con l'ausilio del particolare organo boccale raschiatore dei Molluschi, la radula. Alcune specie sono carnivore e 'brucano' organismi come le spugne, facili da aggredire perché attaccate al fondo. Ma esistono anche chitoni predatori, che riescono a catturare vermi e piccoli crostacei. Infine alcuni, in particolare quelli che vivono a grandi profondità, raschiano la pellicola di microbi che si forma su pezzi di legno affondato, o sulle ossa di balene o di grandi pesci.
I chitoni non possiedono un vero e proprio capo, non hanno occhi o tentacoli sensoriali anteriori. Riescono però a leggere, per così dire, l'ambiente che li circonda grazie a un'infinità di minuscoli sensori chimici sparsi un po' su tutta la superficie del corpo. Questi sensori, detti esteti, passano attraverso minuscoli fori della conchiglia e servono al chitone a percepire la presenza di una fonte di cibo o di un esemplare della stessa specie con cui riprodursi.