CHISIMAIO (A. T., 116-117)
Capoluogo del commissariato del Giuba, nella Somalia Italiana, con circa 3600 ab., di cui 140 Europei, 1746 Somali, 1087 Arabi, e il resto Indiani, Goanesi, Eritrei, Bagiuni, Suahili. Sorge sulla costa dell'Oceano Indiano, nell'Oltregiuba, una ventina di km. a sud dalla foce di questo fiume, su una ristretta zona sabbiosa compresa fra il piede delle colline litoranee (v. somalia) e la spiaggia, che s'incurva, tra l'isola detta di Chisimaio (o dei Serpenti) e il C. Blankett, a formare una larga baia.
Chisimaio è un modesto centro, costituito da un gruppo di costruzioni in muratura, per uso di uffici, magazzini, abitazioni degli Europei e degl'Indiani, ecc., circondato dalle numerose capanne di ramaglie del quartiere indigeno. Vi sono una chiesa cattolica, una scuola elementare, affidata ai missionarî della Consolata, e una missione protestante, svedese; vi si trovano inoltre una farmacia, un'infermeria per Europei e indigeni, un ambulatorio e un dispensario.
Le moschee sono in numero di otto, di cui due non sunnite, per gl'Indiani, tutte con annesse scuole. La città è illuminata a luce elettrica e fornita di acqua distillata e di ghiaccio per cura dell'amministrazione coloniale; ha ufficio postale, stazione radiotelegrafica, servizî automobilistici pubblici, ecc.
Posta quasi all'equatore (0°22′ S.), Chisimaio ha un clima molto uniforme e tutt'altro che eccessivo, con temperatura media annua di 27°,5 (massimo, in aprile, 29°,3; minimo in luglio-agosto 25°,7) e pioggia pari in media a 384 mm. annui, ripartita su 36 giorni. Gli abitanti sono dediti alla pesca (Bagiuni), alla pastorizia (Somali), ma soprattutto al commercio (Arabi, Indiani), che si alimenta dei prodotti dell'agricoltura e della pastorizia delle popolazioni dell'interno, il territorio essendo molto fertile nella zona lungo il fiume (Goscia) e assai ricco di bestiame nelle boscaglie lontane dalle acque. Le principali merci di esportazione sono gli animali vivi, le pelli, il burro, i pesci secchi o salati; s'importano cotonate, zucchero, cereali, tè, tabacco, caffè, ecc., per un valore di 25 milioni. Il commercio carovaniero si aggira attorno ai 2 milioni.
La baia di Chisimaio o Baia del Rifugio è una vasta insenatura ellittica perfettamente protetta dal monsone di NE. (v. somalia), meno bene da quello di SO. I piroscafi, oltrepassato il bassofondo di Owen, che corre a circa 4 miglia da terra, dirigono la loro rotta su varî allineamenti opportunamente disposti e ancorano a circa 1500 m. al largo, su fondali di 3 a 8 m. Esistono due fari della portata di 9 miglia e altri due fanali verdi per l'allineamento interno. Un pontile munito di gru, a ridosso dell'isola, agevola le operazioni, specialmente durante il monsone.
Chisimaio è di origine recente, essendo stata fondata solo nel 1872 dal Sultano di Zanzibar. Un atto internazionale del 1886 limitava alla sola città la sovranità del Sultano. Nel 1889, per il compromesso di Londra, Chisimaio e il territorio circostante per un raggio di 10 miglia avrebbero dovuto passare all'Italia, insieme con gli scali del Benadir, ma all'accordo non fu dato seguito per non disgustare la Germania, che accampava diritti nelle regioni circonvicine, e il paese venne tosto aggregato al British East Africa riconoscendosi con il Protocollo del 1891 uguaglianza di trattamento ai sudditi delle due nazioni, e più tardi (1905) concedendosi diritto di sbarco e imbarco in franchigia alle merci italiane. Nel 1893, durante uno dei frequenti conflitti fra i capi dei Somali Ogaden e le autorità inglesi, a Chisimaio, il comandante E. Lovatelli della R. Marina Italiana, trovatosi per caso presente, si batté con gran valore, impedendo che gli ufficiali inglesi fossero sopraffatti e meritandosi un'onorificenza del Governo britannico. Da allora, mentre Chisimaio rimase generalmente tranquilla, l'Oltregiuba si mantenne quasi di continuo turbolento; onde la provincia fu piuttosto trascurata dall'amministrazione inglese, sebbene la creazione d'un mercato a Moyale, sul confine etiopico, vi avesse fatto convergere a poco a poco una discreta corrente commerciale. Finalmente, in esecuzione dell'art. 13 del Patto di Londra (1914), l'Oltregiuba con Chisimaio venne ceduto nel 1924 dall'Inghilterra all'Italia, ed effettuatasi la consegna del territorio il 1° maggio 1925, dopo un anno d'amministrazione provvisoria autonoma, questo passò a far parte della Somalia Italiana Meridionale.
Bibl.: G. Chiesi, La colonizzazione europea nell'Est Africa, Torino 1909; C. Zoli, Notizie sul territorio di riva destra del Giuba, Roma 1927.