Chirurgia stereotassica
Sofisticata tecnica neurochirurgica che si avvale di dispositivi stereotassici ad altissima definizione geometrico-spaziale, in grado di localizzare con precisione un bersaglio situato nelle parti profonde e meno accessibili del cervello. La tecnica prevede l’ausilio di indagini neuroradiologiche, quali la tomografia assiale computerizzata o la risonanza magnetica nucleare dell’encefalo, per mezzo di un dispositivo localizzante posto sulla testa del paziente che invia informazioni anatomiche a un computer. Quest’ultimo analizza le informazioni ricevute permettendo una precisa localizzazione tridimensionale dell’obiettivo. Successivamente, viene utilizzata una serie di guide che sfrutta il sistema di coordinate spaziali precedentemente determinato.
La chirurgia stereotassica può essere utilizzata per l’esecuzione di biopsie di lesioni cerebrali profonde o troncoencefaliche, lesioni multiple di piccole dimensioni, per l’applicazione di cateteri intracerebrali per il drenaggio di lesioni profonde, o ancora per il trattamento chemioterapico o radiante intratumorale. Permette, inoltre, l’applicazione di elettrodi utilizzati per la stimolazione cerebrale profonda in patologie quali la malattia di Parkinson, il tremore essenziale, la distonia generalizzata, il dolore cranico, l’epilessia. Nella malattia di Parkinson, in particolare, gli elettrodi utilizzati per la stimolazione cerebrale profonda vengono applicati preferenzialmente a livello del nucleo subtalamico di Luys. La stimolazione elettrica determina un miglioramento della sintomatologica extrapiramidale e delle complicanze motorie generate dalla terapia con la L-DOPA.