CHIRIQUÍ (pron. cirikì)
Nome dato, al tempo della conquista spagnola, a un distretto dell'America Centrale, e oggi rimasto a una laguna, un vulcano e un corso d'acqua, nel territorio del Panamá confinante col Costarica. È un'importante regione archeologica. Non s'incontrano però rovine di templi o avanzi di idoli, bensì una notevole industria di terrecotte e d'oggetti in metallo e utensili litici di lavoro perfezionato, amuleti, collane, petroglifi, frecce, ecc. La ceramica ci presenta tipi policromi zoomorfi suggeriti dalla fauna locale, e antropomorfi, veramente artistici. Ma dove i Chiriquì eccelsero, fu nella metallurgia, condotta a notevolissimo sviluppo tecnico e artistico, in oro, in lega tumbaya (rame, oro, argento) e in rame placcato in oro: sono ornamenti e piccoli animali stilizzati, maschere, pettorali, anelli, campanelli, sonagli, pendenti, orecchini, braccialetti, ecc., in cui si scorge l'influenza della metallurgia dell'Ecuador, ma che supera perfino quella dei Chibcha della Colombia. Questi oggetti si trovano per lo più mescolati alle ossa in tombe, dette Huacals o Guacas, ovali o quadrangolari, in pietra.
Bibl.: G. Mac Curdy, A study of Chiriquian antiquities, in Mem. of the Connecticut Academy of arts and sciences, III (1911); Holmes, Ancient art of the province of Chiriqui, in Ann. Rep. of Bureau of Am. Ethn., Smiths. Inst. III, Washington 1887; id., The use of gold and other metals among the ancient inhabitants of Chiriqui, ib., VI, Washington 1888.