Chiose Cassinesi
Vengono così designate, dal luogo ov'è conservato il manoscritto che le contiene, le postille che irregolarmente (con maggior continuità nelle prime due cantiche), senza un preciso criterio di completezza o di selezione, furono apposte da due mani trecentesche (una delle quali interlineare) nell'attuale codice 512 (589) della Biblioteca dell'Abbazia di Montecassino (siglato Cass. dal Petrocchi). Se il p. Tosti, nell'Introduzione alla stampa del codice e delle chiose, or è più di cent'anni puntava, quanto all'Autorschaft, niente meno che su Zanobi da Strada (muovendo da Batines, Bibliografia II 295), non sfuggì poco dopo allo Scartazzini, mentre preparava il suo ponderoso commento alla Commedia, che " le chiose del Postillatore Cassinese e il commento di Pietro di Dante sono su per giù la stessa cosa " (III VII). Attestò poi il Rocca, dopo aver rintracciato redazioni diverse del Comentarium, che esso Postillatore " trasse gran parte delle sue chiose dalla redazione Vaticana ". Ma si è continuato a dare al Cassinese una personalità propria di commentatore (benché seguace di Pietro) e a citarlo accanto a Pietro quasi fossero due testimonianze o due opinioni distinte; e s'è perfino citato, invece di tutti e due, il solo Cassinese, senza considerare s'egli invece che autore non fosse semplice trascrittore.
Forse hanno trattenuto dal pensar ciò le differenze formali con il Comentarium; ma il riscontro non era da fare con lo stampato, sibbene con le due redazioni inedite conservate nei codici Laurenziano Ashburnhamiano 841 e Vaticano Ottoboniano Lat. 2867, e con quegli excerpta del commento di Pietro che possono rappresentare un momento intermedio e che in qualche caso appaiono più vicini al dettato del Cassinese (in particolare gli excerpta di Pietro presenti nel Laurenziano 42. 14). Lo studio dei rapporti tra i vari testi, invocato da M. Barbi, è in corso presso la facoltà di Lettere di Firenze; ed è augurabile che, offerta la necessaria dimostrazione e documentazione, trovi compimento il voto dello stesso Barbi: " Sarei contento che... più non si desse, nella critica dantesca, corpo alle ombre, cioè non si sentisse più parlare né delle Chiose Palatine, né del Postillatore Cassinese, ma si citassero invece l'Ottimo e Pietro di Dante, che sono i veri autori ".
Bibl. - Edizione: Il codice cassinese della D.C. per la prima volta letteralmente messo a stampa per cura dei monaci benedettini della badia di Monte Cassino, Montecassino 1865. - Studi: L. Rocca, Di alcuni commenti della D.C. composti nei primi vent'anni dopo la morte di D., Firenze 1891, 403 n. 1; E. Cavallari, La fortuna di D. nel Trecento, ibid. 1921, 182-185 (oscillante, per vischiosità rispetto alla critica precedente, circa l'identificazione delle Chiose con l'opera di Pietro, pur convinta dell'affinità continua dei testi); M. Barbi, Per gli antichi commenti alla D.C., in " Studi d. " X (1925) 150-151.